Rock Impressions

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Haken - The Mountain

HAKEN - The Mountain
Insideout
Distribuzione italiana: Spin Go!

Genere: Prog
Support: CD - 2013


Quando meno te lo aspetti ecco che arriva la sorpresa, questi Haken sono dediti al prog e sono giunti al terzo sigillo in quattro anni di attività, in questo periodo si sono fatti notare da pubblico e critica, ottenendo sempre consensi entusiasmanti. Tra l’altro il gruppo è inglese, la patria del progressive, una terra che non ha mai smesso di partorire talenti, anche se ultimamente è stata piuttosto avara di nuove sensazioni. Gli Haken sono in sei e due di loro vengono dai To-Mera, un altro dai Linear Sphere, tutti si sono diplomati in prestigiosi conservatori. Da notare che li hanno scelti per aprire a molti gruppi importanti, il tutto a consolidato il gruppo, che si presenta con questo nuovo lavoro pieno di attese e speranze, riposte in un prog metal particolarmente intenso.

“The Path” è una specie di intro, un brano sognante per piano, voce e tastiere, la melodia è suadente, ma non rivela quasi nulla di quanto sentiremo dopo, se non la magia di voci arrangiate in modo sublime. “Atlas Stone” è aperta da una tastiera che si insinua con malizia, ma poi entra tutta la band con impeto solenne e si comincia ad avvertire qualcosa della grandezza di questi musicisti, i brividi cominciano a scorrere e mentre le geometrie ritmiche si fanno sempre più complesse si comprende che non è la solita musica. Ma è nulla rispetto ai giochi vocali polifonici di “Cockroach King”, tra Gentle Giant e improvvisazioni jazzate e trovate teatrali, art rock sopraffino, in più di un passaggio si resta davvero a bocca aperta. “In Memoriam” dimostra tutta la forza di questi musicisti, che non cambiano le regole, ma impongono un sound ricco di riferimenti colti, elargiti con una sapienza sorprendente, tanto da diventare un nuovo riferimento loro stessi. “Because It’s There” inizia con armonie vocali polifoniche spettacolari, se i brani precedenti vi saranno piaciuti, questo potrebbe davvero conquistarvi, c’è davvero tanto talento qui, per noi parlare poi delle ritmiche tanto complesse quanto belle che vengono in seguito, brano superlativo. “Falling Back to Earth” è lunga e complessa e ci mostra la band alle prese con le lunghe distanze, il sound si fa cattivo e ruvido, sono passate le belle melodie, qui c’è potenza e grinta e ancora una volta si ammira l’abilità di questi musicisti nel creare atmosfere avvincenti, era un bel po’ che un disco non mi entusiasmava così. Delicatissima “As Death Embraces”, dopo sle sfuriate precedenti ci sta proprio bene. Ma le intemperanze non sono finite ed ecco esplodere l’energia di “Pareidolia”, altro brano lungo e complesso, ricco di soluzioni ritmico armoniche da brividi. Si chiude con la preziosa “Somebody”, dominata da un crescendo di rara intensità, un disco davvero sopra le righe.

Questi ragazzi sono giovani, ma dimostrano già un talento molto grande, certo oggi entrano in un panorama a tratti sconfortante, però la strada per chi fa musica raramente è stata facile e gli Hacken sono partiti molto bene. Vedremo se otterranno i riconoscimenti che meritano, intanto hanno tutto il nostro sostegno. GB

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