Alla
fine degli anni ’70 tutti i gruppi storici stavano attraversando
delle difficoltà e i signori dello space rock non sfuggivano
a questa regola, così si presentano all’inizio degli
anni ’80 con una formazione rimaneggiata, il geniale Calvert
ha intrapreso la via solista e alla batteria non siede più
Simon King, ma molti altri amici si sono persi per strada, in fondo
gli Hawkwind sono sempre stati una specie di “comune”
di hippies. Ma alla batteria ecco che entra uno dei batteristi più
geniali e influenti del circuito rock del decennio precedente: Ginger
Baker (Cream e molti altri), che dà una botta di vita al gruppo
ed esce uno degli album più interessanti della band.
Levitation è uscito nel 1980 e questa lussuosa ristampa ripropone
lo storico album corredato da otto bonus tracks, da due cd contenti
le registrazioni di un concerto tenuto a Lewisham Odeon alla fine
dello stesso anno, da un booklet molto curato e infine da tre belle
cartoline (peccato che non ci sia anche un bel dvd storico, ma non
si può avere tutto). La title track è un brano killer,
molto adatto al periodo, il classico space rock della band si tinge
di metal, un riff ossessivo e molto dark domina sul brano, che comunque
conserva tutte le suggestioni spaziali care alla band, un vero gioiello,
che accosta la band in qualche modo ai grandi BOC (da notare che la
copertina del disco ricorda vagamente quella di Cultusaurus Erectus
uscito lo stesso anno). Il drumming di Baker produce subito buoni
frutti e sostiene la band con ottimi groove. “Motor Way City”
fa un passo indietro nello stile della band, è molto più
prog e meno ruvida. La strumentale “Psychosis” arriva
come il cacio sui maccheroni, puro space ipnotico e siderale, seguita
poi da un brano molto ispirato come “World of Tiers”.
È tutto un crescendo che sfocia nell’epica “Who’s
Gonna Win the War”. Chiude la vertiginosa “Dust of Time”,
per un disco che ancora oggi conserva tutto il suo fascino. I cinque
brani seguenti sono tratti dalle sessions degli Hawklords, il progetto
che era partito alla fine degli anni ’70 a causa dell’uscita
di alcuni componenti della band. Si parte con “Valium 10”,
la musica è molto più magnetica e ipnotica, ha molto
più il sapore di una lunga jam session, che non di brani veri
e propri con grande rilievo per le parti strumentali su quelle cantate.
Dulcis in fundo ecco altre tre bonus, “Nuclear Toy”, la
versione 45giri di “Who’s Gonna Win the War” e l’inedita
versione live del classico “Brainstorm”.
Ottime le registrazioni live dei due bonus cd, che catturano la band
in uno stato di grazia palpabile, queste registrazioni avrebbero meritato
di uscire come titolo a se, sarebbero stati bene nella storia dei
grandi dischi live di tutti i tempi, ma a noi interessa che adesso
possiamo ascoltarceli e goderceli fino in fondo.
Se già amate gli Hawkwind questo disco non può mancare
nella vostra discografia, ma se ancora non li conoscete potrete portarvi
a casa uno dei loro lavori più belli, rimasterizzato in una
versione molto elegante e ricca di contenuti. Da avere. GB
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