Rock Impressions

Hawkwind - Levitation HAWKWIND - Levitation
Atomhenge / Cherry Red / Esoteric Recordings
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Space Rock
Support: 3CD limited expanded edition - 2009

Alla fine degli anni ’70 tutti i gruppi storici stavano attraversando delle difficoltà e i signori dello space rock non sfuggivano a questa regola, così si presentano all’inizio degli anni ’80 con una formazione rimaneggiata, il geniale Calvert ha intrapreso la via solista e alla batteria non siede più Simon King, ma molti altri amici si sono persi per strada, in fondo gli Hawkwind sono sempre stati una specie di “comune” di hippies. Ma alla batteria ecco che entra uno dei batteristi più geniali e influenti del circuito rock del decennio precedente: Ginger Baker (Cream e molti altri), che dà una botta di vita al gruppo ed esce uno degli album più interessanti della band.

Levitation è uscito nel 1980 e questa lussuosa ristampa ripropone lo storico album corredato da otto bonus tracks, da due cd contenti le registrazioni di un concerto tenuto a Lewisham Odeon alla fine dello stesso anno, da un booklet molto curato e infine da tre belle cartoline (peccato che non ci sia anche un bel dvd storico, ma non si può avere tutto). La title track è un brano killer, molto adatto al periodo, il classico space rock della band si tinge di metal, un riff ossessivo e molto dark domina sul brano, che comunque conserva tutte le suggestioni spaziali care alla band, un vero gioiello, che accosta la band in qualche modo ai grandi BOC (da notare che la copertina del disco ricorda vagamente quella di Cultusaurus Erectus uscito lo stesso anno). Il drumming di Baker produce subito buoni frutti e sostiene la band con ottimi groove. “Motor Way City” fa un passo indietro nello stile della band, è molto più prog e meno ruvida. La strumentale “Psychosis” arriva come il cacio sui maccheroni, puro space ipnotico e siderale, seguita poi da un brano molto ispirato come “World of Tiers”. È tutto un crescendo che sfocia nell’epica “Who’s Gonna Win the War”. Chiude la vertiginosa “Dust of Time”, per un disco che ancora oggi conserva tutto il suo fascino. I cinque brani seguenti sono tratti dalle sessions degli Hawklords, il progetto che era partito alla fine degli anni ’70 a causa dell’uscita di alcuni componenti della band. Si parte con “Valium 10”, la musica è molto più magnetica e ipnotica, ha molto più il sapore di una lunga jam session, che non di brani veri e propri con grande rilievo per le parti strumentali su quelle cantate. Dulcis in fundo ecco altre tre bonus, “Nuclear Toy”, la versione 45giri di “Who’s Gonna Win the War” e l’inedita versione live del classico “Brainstorm”.

Ottime le registrazioni live dei due bonus cd, che catturano la band in uno stato di grazia palpabile, queste registrazioni avrebbero meritato di uscire come titolo a se, sarebbero stati bene nella storia dei grandi dischi live di tutti i tempi, ma a noi interessa che adesso possiamo ascoltarceli e goderceli fino in fondo.

Se già amate gli Hawkwind questo disco non può mancare nella vostra discografia, ma se ancora non li conoscete potrete portarvi a casa uno dei loro lavori più belli, rimasterizzato in una versione molto elegante e ricca di contenuti. Da avere. GB

Altre recensioni: Church of Hawkwind


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