Tony Iommi, Geezer Butler, Ronnie James Dio e Vinny Appice, servono
presentazioni? Signore e signori questi nomi sono La Storia del metal
a tinte scure, da quando Ronnie ha preso il posto del Madman nei Black
Sabbath ed è uscito l’epocale album che porta il titolo
di questa ennesima reincarnazione dei Sabbath Mark Two (alla batteria
c’era ancora Ward). Un secondo splendido album, The Mob Rules
(la prima volta di Appice) e poi il discusso Live Evil, che ha segnato
l’abbandono del folletto. Dieci anni dopo arriva Dehumanizer,
ma sarà solo una breve parentesi. Quindi questa ennesima reunion
è già nelle premesse un evento che non poteva non essere
immortalato con un grande dvd e doppio cd live. Il palco del famoso
teatro di New York è allestito con una stupenda scenografia
stile chiesa gotica. Tutto è pronto… la magica notte
ha inizio!
Ovviamente il repertorio di questa nuova incarnazione è tutto
concentrato su quanto partorito nei tre succitati album più
un paio di nuove tracks. Si parte con la spettrale “E5150”,
sorta di esperimento elettronico presente su Mob Rules che fa da ottimo
intro per aprire le danze, poi parte “After All” da Dehumanizer.
A ruota arriva l’epica “The Mob Rules”, la title
track di uno dei dischi che ho amato di più in giovinezza,
non posso provare un brivido lungo la schiena e non pensare a quanto
mi sarebbe piaciuto essere sotto il palco del Radio City Music Hall!
Non poteva mancare la drammatica “Children of the Sea”,
che precede la sulfurea “Lady Evil”. Altro brano preso
dal terzo sigillo è “I”, ma poi arriva il primo
vero affondo al mio cuore: “The Sign of the Southern Cross”,
uno dei migliori esempi di metallo epico e teatrale di sempre, Ronnie
canta ancora con una padronanza della voce impressionante, Iommi esercita
il suo carisma come se gli anni non fossero passati, Geezer al basso
non ha perso lo smalto, anzi è sempre più ricco e bravo,
Appice è la solita macchina ritmica che conosciamo, potente
e preciso, non reggo l’emozione e faccio una pausa…
Un doveroso attimo di silenzio ci voleva prima di tuffarsi nelle note
torride di “Voodoo”. Finalmente è il turno di uno
dei brani nuovi che finiranno sul prossimo preannunciato album “The
Devil Cried”, Iommi e soci non hanno perso la capacità
di scrivere grandi songs, certo è un brano molto in linea col
passato, ma dopo tanti anni era necessario stravolgere le regole?
“Computer God” è un bel brano, ma è un altro
brano tratto ancora da Mob Rules a rapirmi, “Falling Off the
Edge of the World”, con la sua grande teatralità. Seconda
canzone inedita è “Shadow of the Wind”, un pezzo
che si rifà addirittura alla vecchia “Black Sabbath”,
mi ha convinto che il prossimo sarà di nuovo un grande imperdibile
album. “Die Young” è preceduta da un bel solo di
Tony, ma l’apoteosi arriva più avanti con l’immortale
“Heaven and Hell” dilatata a circa quindici minuti di
vera goduria con Ronnie che interagisce simpaticamente col pubblico,
consapevole dell’affetto dei fans. Dallo stesso album sono tratte
anche le ultime due traccie, “Lonely Word” che non mi
ha mai convinto più di tanto e non l’avrei messa certo
in chiusura e la terribile “Neon Knights”, heavy metal
a palla per una chiusura alla grande.
Questo è un album nostalgico? Si può rispondere come
si vuole, perché vale sia il si che il no, per me è
solo un grande live album che ci restituisce dei musicisti che, nonostante
l’età, sanno ancora regalare grandi emozioni al loro
pubblico e non lo fanno certo in modo nostalgico. Ottima la regia,
la scenografia, la scaletta, la performance… si può chiedere
di più? I cd hanno la stessa track list del dvd, mentre quest’ultimo
come bonus presenta una mezz’ora di filmati buoni più
per i fans che per gli altri, ma in fondo quello che conta davvero
è il piatto principale.
I Black Sabbath hanno fatto la reunion storica, hanno fatto la reunion
con Glenn Hughes (l’ultimo solista di Iommi), adesso la reunion
con Dio, domanda… ci sarà anche la reunion con Ian Gillan?
Forse qualcuno spera di no, ma a me Born Again era piaciuto un sacco
e anche se sembra molto poco probabile, chissà? GB
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