Mi
fa sempre piacere ritrovare un artista e poter sentire che tipo di
evoluzione ha avuto il suo sound, anche se il disco precedente non
mi aveva entusiasmato, però avevo consigliato di tenere d’occhio
questo ragazzo spagnolo di Salamanca che ha studiato anche al famigerato
GIT di Hollywood, che è partito dal metal più classico
per arrivare alla fusion e al jazz, ma che secondo me ingloba nel
suo sound anche qualcosa di mediterraneo, anche se sono più
che altro sfumature.
Nonostante questo i suoi punti di riferimento sono senza dubbio i
chitarristi straripanti e super virtuosi, a cui Hernando di accosta
senza timori o riverenze, anzi incomincia a dimostrare il proprio
carattere. Al suo fianco ritroviamo quel selvaggio di Terrana che
non si risparmia di certo, mentre al basso la bio non dice chi lo
suoni.
Il disco è pervaso da una dose abbondante di viscerale e grintoso
hard rock, spesso anche molto metallico, impreziosito da inserti jazzati
e da ritmiche tutt’altro che riposanti. Ne esce un album che
graffia ed esalta al tempo stesso. A dir la verità mi piacerebbe
molto vedere Tony inserito in un vero gruppo con un ottimo cantante
e allora sì che ne vedremo delle belle, questo purtroppo è
un disco interamente strumentale con tutti i limiti e i pregi di questo
tipo di album, più spazio per la chitarra e a volte un po’
più di noia per i “non addetti”. Ecco se c’è
un limite è che questo disco a volte sembra rivolto più
agli appassionati della sei corde ed è un peccato perché
secondo me può piacere ad un pubblico molto più vasto.
Bravo Tony, spero che continui così perché si sta evolvendo
in modo sempre più interessante. GB
Altre recensioni: The Shades of Truth;TH
III - Live!;
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