Torna il polistrumentista inglese Hughes con la seconda parte del
viaggio fantastico nel tempo, fra passato, presente e futuro “Once
We Were”. Con lui si alternano artisti ospiti del calibro di
Angie Hughes, Katja Piel (voce), Richie Phillips (sax), Maciej Zoinowski
(violino), Keith Winter, e Dec Burke (chitarra).
La musica prosegue il cammino intrapreso con l’opera precedente,
alternando influenze Jazz, Reggae, Progressive e Symphonic Rock. Il
disco è suddiviso in nove tracce ed è accompagnato da
un bellissimo artwork cartonato ed esaustivo ad opera di Jim Trainer,
supportato dal Thunted Hex Designs Laboratory. Musica da ascoltare
ma anche da vedere.
Si comincia con i sei minuti di “The Game”, canzone delicata
ed aperta a coralità. Il crescendo sonoro trova l’apice
nel sax di Phillips. Gradevole nel contesto anche il solo di chitarra.
Sale il ritmo con “Life’s A Glitch”, brano vivace
con sprazzi di elettronica e vaghi richiami agli anni ’80. Le
tastiere giocano un ruolo maestro.
La breve strumentale “Propaganda: Part Two” accompagna
a “They Promise Everything”, canzone ricercata per molteplici
motivi che vanno dai cambi di tempo e di umore, alla batteria elettronica
per poi tornare al classico Prog con fughe di tastiere e di chitarra
annesse. Uno dei momenti più belli dell’intero album.
Segue “There’s Still Hope” e le atmosfere diventano
inizialmente solfuree. Loop ritmici donano frangenti di luce, così
i cori femminili. Si torna alla formula canzone ed al Prog Rock con
“She’s”. “Spider On The Ceiling” è
un esempio di come si può fare una canzone melodica breve ma
non scontata, fra Reggae e Rock. Anche in questo disco Prog Rock non
manca la suite, qui della durata di dodici minuti dal titolo “Clouds”
e strumentale. Apre il pianoforte per incedere in atmosfere Genesiane.
La suite si sviluppa come in un caleidoscopio musicale, mutando le
geometrie ed i colori. Il viaggio si conclude con “One Sweet
Word”, canzone che si basa molto sull’enfasi canora e
corale.
Avrete capito che “Once We Were-Part Two” è un
buon disco, variegato e di classe, non a caso Steve Hughes ha suonato
la batteria con band come Big Big Train, Kino ed Enid. Sa sicuramente
il fatto suo. MS
Altre recensioni: Once We Were Part.1
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