Rock Impressions

Steve Hughes - Once We Were Part.2 STEVE HUGHES - Once We Were Pt.2
Progressive Promotion

Distribuzione italiana: GT Music
Genere: New Prog
Support: CD - 2016


Torna il polistrumentista inglese Hughes con la seconda parte del viaggio fantastico nel tempo, fra passato, presente e futuro “Once We Were”. Con lui si alternano artisti ospiti del calibro di Angie Hughes, Katja Piel (voce), Richie Phillips (sax), Maciej Zoinowski (violino), Keith Winter, e Dec Burke (chitarra).
La musica prosegue il cammino intrapreso con l’opera precedente, alternando influenze Jazz, Reggae, Progressive e Symphonic Rock. Il disco è suddiviso in nove tracce ed è accompagnato da un bellissimo artwork cartonato ed esaustivo ad opera di Jim Trainer, supportato dal Thunted Hex Designs Laboratory. Musica da ascoltare ma anche da vedere.

Si comincia con i sei minuti di “The Game”, canzone delicata ed aperta a coralità. Il crescendo sonoro trova l’apice nel sax di Phillips. Gradevole nel contesto anche il solo di chitarra. Sale il ritmo con “Life’s A Glitch”, brano vivace con sprazzi di elettronica e vaghi richiami agli anni ’80. Le tastiere giocano un ruolo maestro.
La breve strumentale “Propaganda: Part Two” accompagna a “They Promise Everything”, canzone ricercata per molteplici motivi che vanno dai cambi di tempo e di umore, alla batteria elettronica per poi tornare al classico Prog con fughe di tastiere e di chitarra annesse. Uno dei momenti più belli dell’intero album. Segue “There’s Still Hope” e le atmosfere diventano inizialmente solfuree. Loop ritmici donano frangenti di luce, così i cori femminili. Si torna alla formula canzone ed al Prog Rock con “She’s”. “Spider On The Ceiling” è un esempio di come si può fare una canzone melodica breve ma non scontata, fra Reggae e Rock. Anche in questo disco Prog Rock non manca la suite, qui della durata di dodici minuti dal titolo “Clouds” e strumentale. Apre il pianoforte per incedere in atmosfere Genesiane. La suite si sviluppa come in un caleidoscopio musicale, mutando le geometrie ed i colori. Il viaggio si conclude con “One Sweet Word”, canzone che si basa molto sull’enfasi canora e corale.

Avrete capito che “Once We Were-Part Two” è un buon disco, variegato e di classe, non a caso Steve Hughes ha suonato la batteria con band come Big Big Train, Kino ed Enid. Sa sicuramente il fatto suo. MS

Altre recensioni: Once We Were Part.1




Flash Forward Magazine

Indietro alle ultime recensioni

Indietro alla sezione H