Secondo album per la band norvegese formatasi nel 1998 come tribute-band
degli Ac/Dc interpretati con un approccio alla Motorhead/The Rods,
scioltasi nel 2002 per i pressanti impegni lavorativi dei singoli
musicisti, e tornata insieme nel 2010 per una one-off performance
trasformatasi presto in desiderio di continuare e pubblicare infine
nel 2011 il sospirato debut album "R.O.C.K.S" che ha ricevuto
diversi apprezzamenti in giro per il mondo.
"King Of The World" vede il quintetto tornare alla carica
con una serie di brani hard rock diretti, cattivi, sporchi, un ideale
mix di Ac/Dc, Aerosmith, Motley Crue con al microfono un singer con
le corde vocali della stessa fibra di Lemmy dei Motorhead, ma capace
anche di interpretare con pulita passione la bella ballad malinconica
"Harder Being Me", buon diversivo con lontane influenze
southern rock.
L'inizio è sfacciato, duro e sparato senza fronzoli inutili
con "Self-Made Son Of B***H" e "One Size Fits All",
con le chiattre che nel refrain di quest'ultima riprendono pari pari
il riff di "High Voltage" (Ac/Dc). Sempre in tema di citazioni,
"King Of The World" rifà il verso a "It's Only
Rock And Roll" dei Rolling Stones nel ritornello, con un'ampiamente
godibile dose di energia in tutti i suoi tre minuti scarsi di durata,
mentre la successiva "Gone Fishing" che mi ricorda i Tank
in versione decisamente migliore come qualità compositiva e
suono.
Dopo la citata "Harder Being Me" si torna a rockare con
la classica "Dirty Nelly", dall'approccio più pulito
e tradizionale in netto contrasto con la metallica e cupa "Lone
Rider" e l'heavy southern rock di "Lord Have Mercy",
comunque trascinanti e divertenti. L'heavy rock tipicamente anni ottanta
di "Hey You!" non mi entusiasma più di tanto nonostante
l'energia profusa.
Ci avviciniamo verso la conclusione del cd con "I Did It All
(Thank You & Goodnight!)", termopilante tributo ai leggendari
Motörhead, un'elettrizzante cover di "Wine, Women An' Song"
dei Whitesnake e "Strongman", mid-tempo acquistabile solo
come digital download, buon compendio al cd, ma (a mio modesto parere)
non così indispensabile come altre canzoni di "KOTW".
Senza pretendere di reinventare l'hard rock o voler essere innovativi/sperimentali
ad ogni costi, i cinque musicisti norvegesi ci offrono comunque un
buon lotto di brani da gustare, sudare e suonare ad altro volume infastidendo
il perbenista vicino di casa! ABe
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