Ogni tanto mi capita, mi innamoro di un disco a partire dalla copertina.
È successo con Valentine Suite dei Colosseum II, di cui all’epoca
non sapevo nulla e decisi l’acquisto proprio per la copertina…
e che disco! Stessa cosa con Man On the Moon dei Nektar, questo per
dire che il disco presente mi ha intrigato fin da quando ho visto
girare in rete le prime immagini dell’artwork. Gli Iamthemorning
sono un duo proveniente da San Pietroburgo e questo è il loro
quinto lavoro, il quarto in studio. Alla voce troviamo la suadente
Marjana Semkina e al pianoforte e tastiere Gleb Kolyadin, i due propongono
un prog ricco di suggestioni neoclassiche, tanto che spesso sembra
moderna musica da camera. Nel disco troviamo il contributo di alcuni
nomi a noi noti come Gavin Harrison (Porcupine Tree, King Crimson)
alla batteria, Colin Edwin (Porcupine Tree) al basso e Mariusz Duda
(Riverside, Lunatic Soul) alla voce. Inoltre contribuiscono tutta
una serie di musicisti locali, la maggior parte dei quali di formazione
classica. In questo senso la formazione è molto vicina ai conterranei
Caprice.
L’estrema delicatezza dell’inizio del cd ci cala subito
in un’atmosfera fiabesca di grande bellezza. Poi i giri ritmici
concentrici di “Too Many Years” ci mostrano il lato più
prog di questo due talentuoso. Ritmi dispari costruiti con ardente
visione di insieme, Harrison ci delizia, ma tutto funziona alla grande
e a tratti il sound si fa vorticoso. Ogni brano ha una propria identità
pur seguendo un filo conduttore, si passa da atmosfere gotiche, ad
aperture di grande lirismo, ad un prog rock mai prevedibile o scontato.
Eppure tutto funziona come un orologio e l’album scorre con
grande piacere, in una sorta di perfezione dorata. Marjana ha una
voce delicata, ma è molto brava a conferire spessore ai brani,
interpretandoli con grande pathos. Gleb dal canto suo mostra una preparazione
notevole, sia classica che jazz, senza disdegnare un approccio rock
nella struttura di alcuni brani. Però l’insieme che ne
esce è permeato di neoclassicismo, che è sicuramente
l’elemento principale del sound di questo progetto.
Questo è uno di quei dischi che non passano inosservati, bellezza
e forza espressiva sono legati a stretto filo e solo le persone insensibili
non ne subiranno il fascino. Tornando al discorso fatto in apertura,
trovo che la poesia espressa nell’artwork sia la migliore metafora
per descrivere la musica di questo splendido disco. GB
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