Rock Impressions

Iamthemorning - Lighthouse IAMTHEMORNING - Lighthouse
K-Scope
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Prog / Neo Classical
Support: CD - 2016


Ogni tanto mi capita, mi innamoro di un disco a partire dalla copertina. È successo con Valentine Suite dei Colosseum II, di cui all’epoca non sapevo nulla e decisi l’acquisto proprio per la copertina… e che disco! Stessa cosa con Man On the Moon dei Nektar, questo per dire che il disco presente mi ha intrigato fin da quando ho visto girare in rete le prime immagini dell’artwork. Gli Iamthemorning sono un duo proveniente da San Pietroburgo e questo è il loro quinto lavoro, il quarto in studio. Alla voce troviamo la suadente Marjana Semkina e al pianoforte e tastiere Gleb Kolyadin, i due propongono un prog ricco di suggestioni neoclassiche, tanto che spesso sembra moderna musica da camera. Nel disco troviamo il contributo di alcuni nomi a noi noti come Gavin Harrison (Porcupine Tree, King Crimson) alla batteria, Colin Edwin (Porcupine Tree) al basso e Mariusz Duda (Riverside, Lunatic Soul) alla voce. Inoltre contribuiscono tutta una serie di musicisti locali, la maggior parte dei quali di formazione classica. In questo senso la formazione è molto vicina ai conterranei Caprice.

L’estrema delicatezza dell’inizio del cd ci cala subito in un’atmosfera fiabesca di grande bellezza. Poi i giri ritmici concentrici di “Too Many Years” ci mostrano il lato più prog di questo due talentuoso. Ritmi dispari costruiti con ardente visione di insieme, Harrison ci delizia, ma tutto funziona alla grande e a tratti il sound si fa vorticoso. Ogni brano ha una propria identità pur seguendo un filo conduttore, si passa da atmosfere gotiche, ad aperture di grande lirismo, ad un prog rock mai prevedibile o scontato. Eppure tutto funziona come un orologio e l’album scorre con grande piacere, in una sorta di perfezione dorata. Marjana ha una voce delicata, ma è molto brava a conferire spessore ai brani, interpretandoli con grande pathos. Gleb dal canto suo mostra una preparazione notevole, sia classica che jazz, senza disdegnare un approccio rock nella struttura di alcuni brani. Però l’insieme che ne esce è permeato di neoclassicismo, che è sicuramente l’elemento principale del sound di questo progetto.

Questo è uno di quei dischi che non passano inosservati, bellezza e forza espressiva sono legati a stretto filo e solo le persone insensibili non ne subiranno il fascino. Tornando al discorso fatto in apertura, trovo che la poesia espressa nell’artwork sia la migliore metafora per descrivere la musica di questo splendido disco. GB

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