Non
si può dire che i romani Quarta Luna siano stati fino ad ora
fortunati in ambito commerciale. Come ho accennato nella recensione
dell’EP “Anteroom” del 2006, hanno raccolto meno
di quello che hanno seminato. Dopo due demo e tre album da studio,
“The Last Day Of An Ordinary Life” è il quarto
sigillo dall’umore Dark Metal con le forti tinte Prog.
Mik Chessa (voce e chitarra), Laki Chessa (chitarra), Alex Giuliani
(batteria) ed Andrea “By” Caminiti (basso), collaborano
in diversi altri progetti musicali, fra i quali i Doomraiser (By)
e Belladonna (Alex), oltre che Helligators (Mik) e lo studio di registrazione
Moon Voice Studio (Laki).
Il disco si presenta in ottima veste, pur essendo una autoproduzione,
elegante ed esaustiva sia a livello di foto che di testi. La versione
digipack cartonata contiene anche una bonus track dal titolo “Tentativi”.
Il disco è cantato in inglese, esclusa “La Tua Voce”
dedicata a Luigi Giacobbe. La musica dei IV Luna non è di facile
classificazione, anche se io li ho etichettati come Prog Doom Metal,
a testimonianza di forte carattere e di uno spiccato senso per la
ricerca emotiva. Nei tredici brani contenuti nell’album, registrati
dal 2009 ad oggi, si racchiudono differenti stati d’animo e
di conseguenza cambi umorali. La band si presenta amalgamata, rodata
e perfettamente oleata in tutti i cardini, testimonianza di un acquisita
esperienza annosa dettata soprattutto dalle numerose esibizioni live.
Entrando nel mondo di “The Last Day Of An Ordinary Life”,
ci si imbatte in sonorità oscure, apparentemente inquietanti
che si squarciano di tanto in tanto con rasserenamenti melodici. Musica
che molto spesso fa pensare, sostenuta dalle forti chitarre che puntano
di più all’essere che all’apparire. L’iniziale
“September 28th, 2003” è gia il sunto del carattere
IV Luna. Rispetto i precedenti lavori c’è un certo incrudimento
del suono, il carattere si è formato e l’impatto sonoro
è notevole. In “I Realize”come in altre composizioni
si avvalgono anche della presenza della voce femminile di Alice Felle,
essa riesce a dare ancora di più profondità al limite
del gotico alle composizioni. Attenzione a certe scale sonore di chitarra,
non sfuggiranno ai più attenti di voi i richiami ai King Crimson.
Il suono nervoso di Fripp è in agguato.
La componente Metal è quella più marcata rispetto al
Progressive, certi arpeggi ed atmosfere fanno ricordare gli Anathema,
come nell’inizio di “In The Shade”, oppure certi
Paradise Lost, ma questo ve lo dico più che altro per inquadrarvi
certi stati d’animo che si provano all’ascolto. In realtà
la sensazione di decadenza e disfacimento è palese, anche se
confezionate in modo elegante. La title track non lascia adito a dubbi.
L’italiana “La Tua Voce” , gia presente nell’EP
“Anteroom” è dall’approccio più progressivo
e le arie melodiche che la compongono alternano passaggi acustici
a graffi di rabbia metallici. Buona l’energia di “Magic
Room” dotata di un riff trascinante e coinvolgente. Lieve ed
elegante, grazie anche alle coralità di Alice, “The Best
Day”che si basa sulle regole del Rock più moderno dei
Radiohead.
“The Last Day Of An Ordinary Life” è un disco che
conferma le doti della band, un sound maturo e concreto, personalmente
mi piacciono molto, tuttavia mi rendo anche conto che questo prodotto
è mirato più ad un target di pubblico abbastanza mirato.
Spero ancora una volta ( l’ennesima ) che il quartetto venga
notato dagli addetti ai lavori, perché autoproduzioni del genere
superano di molto certe realizzazioni di oggi. Ma tanto sono parole
vane a l vento, sarà forse il genere? No, è la società
di oggi che preferisce l’usa e getta. MS
Altre recensioni: Anteroom
Sito Web
Per un assaggio: http://www.myspace.com/ivluna
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