Nella scena elettronica e ambient i nipponici Jack Or Jive sono una voce fuori dal coro e dall’esordio nel ’91 ad oggi, con circa ventidue album all’attivo, si sono distinti per la profondità della loro proposta artistica, quindi non sorprende se questo nuovo album sia ispirato ai testi antichi sul codice dei samurai, in particolare al “Hagakure”, la bibbia bushido. Il concept si basa sull’idea del sacrificio della vita per un fine, recita il testo: “La via del samurai si trova nella morte”. Non è un invito alla violenza e alla guerra, piuttosto è una riflessione sulla capacità di sacrificarsi per un ideale, un concetto che la civiltà moderna sembra aver sempre più alienato.

La musica quindi è profondamente malinconica, spleen ed evocativa, atmosfere cupe e decadenti si alternano a raffinati momenti di poesia impreziositi dal canto etereo della spirituale Chako, ma il clima che si estende lungo tutto l’album ha un sapore funebre, ossianico, anche se non è mai disperato, piuttosto sa di consapevolezza, di accettazione, di dominio e di onore. I Jack Or Jive sono stati veramente abili a creare una colonna sonora adatta alla solitudine di un uomo che decide di sacrificare la propria vita, non sono certo sensazioni facili da vivere e in cui immedesimarsi, ma in questo viene in aiuto la musica dei nostri, in fondo è come essere a teatro o al cinema, si tratta di una finzione, ma che dolore che si respira.

Non servono altre parole, perché davanti alla morte la cosa migliore è il silenzio partecipe, non il mutismo di chi non sa cosa dire, ma l’umana capacità di essere al fianco di qualcuno senza il bisogno di esprimere vuote parole. Questo fanno i Jack Or Jive in questo disco, dove il silenzio è riempito dalla loro musica penetrante. GB

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