Nicola Vitale e Raffaella Cangero, rispettivamente chitarra e voce,
hanno dato vita a questo progetto dark rock che debutta per la Blackwidow,
completano la formazione il bassista Rocco Cantelmo e il batterista
Stefano Pelosi. Nel nostro meridione la Janara è una strega
e tutto il disco è un concept su questa figura, ecco quindi
che gioca un ruolo importante il contributo vocale di Raffaella, che
in qualche modo impersona la strega e devo dire che lo fa in modo
molto convincente.
Il disco si snoda lungo dieci composizioni in bilico tra doom metal
e venature prog, con buona prevalenza del primo. Sicuramente Paolo
Catena, sia coi Death SS che con la sua produzione solista fino ad
Alkahest, è stato di grande ispirazione, però questo
disco ha una identità precisa e il cantato in italiano ne aumenta
la personalità. Il disco si apre con un intro affidato ad una
chitarra acustica arpeggiata su note dolcemente malinconiche, ma ecco
che con “Sul Rogo” parte il sabba metallico, un brano
anthemico e oscuro, un ottimo esempio del genere descritto sopra.
Il cantato in italiano è reso con efficacia, merito sicuramente
di un lavoro attento, sappiamo quanto non sia facile addomesticare
la nostra lingua a metriche heavy dark, ma il risultato è davvero
buono. “Spettri” prosegue il discorso, ancora nero metallo
al servizio di un racconto intrigante, che mescola folclore e visioni
cinematografiche. Il gruppo ogni tanto inserisce pezzi acustici come
in “Strega”, creando un’alternanza che funziona.
Tutto il disco scorre con scioltezza, Raffaella convince brano dopo
brano e anche le musiche sono ben congegnate. Nel complesso un titolo
che diventerà col tempo un fiore all’occhiello per la
Blackwidow e per il nostro panorama, che spesso si è distinto
nel dark. GB
Altre recensioni: Tenebra
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