Rock Impressions

Jimi Barbiani Band - Back to the Tracks JIMI BARBIANI BAND - Back to the Tracks
Andromeda Relix / Black Widow
Distribuzione italiana: Atomic Stuff
Genere: Heavy Blues / Hard Rock
Support: CD - 2010

L'ho visto suonare, Jimi Barbiani (allora militava nei W.I.N.D.), in una stanza immersa nella penombra d'un locale del Friuli orientale, la mia, la nostra terra. Un'eruzione di note infuocate, una mano che sembrava mossa da un'entità sovrannaturale, tale era il pathos letteralmente emanato da quell'uomo fuso tutt'uno col suo strumento. Ed eccolo ora con la sua band, la sua creatura, ed un album che, anche se ancorato al passato, suona freschissimo ed ispirato. E che disco!

Confezione in velluto rosso stampato, una sensazione tattile che estasia e che induce a maneggiarlo con cura, sfiorarlo con attenzione, e che non può non ricordare un vecchio vinile, sottoposto ad un alchemico processo di riduzione. Sì, cari lettori, quale sia la formula che i nostri hanno utilizzato per comporre questi eccellenti brani non è dato a sapersi (il segreto, suvvia, è tutto racchiuso nella passione!), è che il groove pazzesco di "I feel so lonely" (l'opener perfetta) o di "Party angel" (temevo che il tasto repeat si logorasse a forza d'usarlo) non vi lasceranno indifferenti, impossibile resistervi! "Good time man" è Black Crowes fin nel midollo (ma Chris Robinson è ancora capace di scrivere pezzi così belli ed ispirati?), e se la sente quel pagliaccio di Kid Rock la scippa immediatamente per farne un'hit planetario. Un'ora di ottima musica talmente compenetrata dallo spirito più genuino del blues da far dubitare qualche incauto che questi ragazzi siano italiani, eppure è così, come nella polverosa "Street of love", fra distese di campi di cotone che si sperdono all'orizzonte, abbacinati dal sole, o come nella led-zeppeliniana "The day of the witch" ed i suoi aromi rurali. O nella bellissima versione di "Sure got cold after the rain fell" firmata da Billy Gibbons per i suoi ZZ Top, un episodio fatto proprio da una band che cattura appieno lo spirito dell'originale, interpretando con gusto assolutamente genuino il suo mellifluo andamento ciondolante, e che dire dell'altra cover, la sorprendente "Superstition" di Stevie Wonder, personalissima! La chiusura di "Good morning" (lunga strumentale che sfiora gli undici minuti) non ci dà la sveglia, perchè "Back on the tracks" ci ha tenuti ben desti fin dalla prima nota sparata dalla sei corde di Jimi (e dai fidi Daniele Vicario al basso ed Elvis Fior alla batteria), bensì c'induce a ricominciare d'accapo, colla voce (semplicemente) meravigliosa di J.C. Cinel (ed andatevi ad ascoltare "Witchflower" e "From the purple skies" dei Wicked Minds, se non è divozione nei confronti dell'hard rock questa...) ad intarsiare "I feel so lonely" (rileggetevi quel che ho scritto poco sopra...), perchè il cerchio si chiude, ma una volta scivolatici dentro sarà ben arduo uscirne. AM
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Jimi Barbiani è un chitarrista blues che si è distinto nel panorama internazionale, ha girato il mondo con i W.I.N.D. e ha diviso il palco con nomi che fanno tremare i polsi: Johnny Neel degli Allman Brothers, Eric Sardinas e Tishamingo, ha aperto concerti di B.B. King, Robert Plant, Ten Years After, Robert Cray, Steppenwolf, Canned Head, Johnny Winter e altri, ho voluto citarli quasi tutti, perché sembra di leggere l’elenco dei miei musicisti blues preferiti, un curriculum davvero invidiabile. Oggi Jimi si presenta con una nuova formazione composta dal cantante J.C. Cinel (ex Wicked Minds), Daniele Vicario al basso e Elvis Fior alla batteria, più qualche succosa special guest, come Mr Steve nella cover di “Superstition”.

Il cd si presenta subito molto bene con la confezione digipack vellutata, che dà subito la sensazione di trovarsi fra le mani un disco di valore. Manco a dirlo è un concentrato di hardeggiante rock blues dal grande impatto emotivo, Barbiani ha messo in gioco tutta la sua esperienza, che come abbiamo visto gli ha già portato uno status internazionale di tutto rispetto, e confeziona una serie di canzoni dal grande potenziale. Così l’esuberante “I Feel So Lonely” prorompe dalle casse dello stereo con grande grinta, un riff secco e vincente e tanto groove, una partenza col botto. “I Got the Devil” è meno immediata e meno hard rock, ma è più articolata e piace per il suo andamento boogie che ricorda molto southern rock. Molto più classico rock blues si respira in “Good Time Man”, ancora una volta è la tradizione americana a far capolino fra le influenze. “Weeping Sky” è una ballata elettrica, prevedibile se volete, ma suonata con gusto. “Party Angel” ci riporta su coordinate più turbinose, mentre con “Streets of Love” arriviamo al blues acustico con tanto di armonica da delta del Mississippi. È tempo della prima cover e troviamo “Superstition” di Stevie Wonder, suonata con devozione e grande proprietà di mezzi. La seconda cover non giunge certo a sorpresa, si tratta di “Sure Got Cold…” degli ZZ Top, è un blues rock lento ed efficace e Barbiani è brano a far sembrare fresco questo classico. L’hard rock più viscerale torna col riff possente di “You Don’t Know” e sono brividi, poi il brano assume i contorni di un funky rock che richiama alla memoria i Trapeze e quel grande di Glenn Hughes. Altro bel pezzo acustico è “The Day of the Witch”, uno dei momenti più intensi del disco, con un blues che sa di deserto e di cowboys, grande interpretazione vocale e splendido lavoro di chitarra. Chiude la strumentale “Good Morning” dove finalmente Barbiani libera tutta la sua classe e si produce in un lungo assolo stracarico di feeling, anche la sezione ritmica ha la possibilità di esprimersi al meglio.

Sembra quasi strano, ma dopo tanti anni di ascolto di musica rock blues riesco ancora ad emozionarmi con un nuovo disco di questo genere e soprattutto con un disco tutto italiano. Penso che non ci sia davvero altro da aggiungere. GB

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