Per chi non lo sapesse i Kansas sono uno dei due pilastri del prog
americano, l'altro sono i Rush. Nati nella prima metà degli
anni settanta, vennero notati per aver suonato come spalla ai Doors.
Nel '76 incidono Leftoverture, il loro terzo album e secondo me il
migliore della loro discografia, che li consacra come fenomeno prog
made in USA. Il disco contiene anche il famoso cavallo di battaglia
"Carry On Wayward Son", che verrà rifatta anche dai
Dream Theater.
Point Of Known Return è il disco successivo, ancora un grande
album, ma il gruppo ha già iniziato una fase discendente (a
livello compositivo) all'insegna dell'esibizionismo e di una eccessiva
indulgenza verso le proprie doti tecniche. La classe è molta
e la notorietà non viene meno e oggi il gruppo sta conoscendo
una seconda giovinezza, soprattutto grazie alla rinascita del prog,
e così ecco il momento opportuno per incidere un nuovo imponente
doppio live album che renda giustizia al gruppo di Topeka (di cui
ne uscirà anche la versione in DVD).
Il CD in questione è un ottimo compendio di quanto i Kansas
hanno saputo realizzare, buono sia per i fans che per chi li vuole
conoscere per la prima volta. In questo viaggio nell'America epica,
pomposa e orgogliosa ci accompagnano diciotto brani per un'ora e mezza
si musica sontuosa e magniloquente. La formazione ridotta a cinque
è rimasta compatta e vede poche defezioni dai tempi d'oro,
troviamo Steve Walsh alla voce e tastiere, Richard Williams alla chitarra,
Robby Steinhardt con il suo indimenticabile violino, Billy Greer al
basso e Phil Ehart alla batteria. In più possiamo addentrarci
anche in una sezione interattiva che comprende il video di "Distan
Vision", che non sarà incluso nel DVD, foto e altro ancora.
I classici ci sono da "Song For America" a "Dust in
the Wind", passando da "Point of Known Return", "The
Preacher" e, ovviamente, "Carry On Wayward Son" che
chiude degnamente un live imperdibile. GB
Altre recensioni: The Prelude Implicit;
The
Absence of Presence
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