La
conturbante norvegese Kari Rueslatten (ex Third And The Mortal) torna
a farsi sentire con un nuovo album, il quarto della sua produzione
solista, a due anni di distanza dall'incantevole Pilot. Il sound molto
ricercato e delicato proposto nel lavoro precedente viene riproposto
con decisione in questo nuovo album.
Kari compone delle canzoni melodiose molto dolci, usa l'elettronica
per ricercare una purezza stilistica quasi primitiva e il suo pop
minimalista si distingue in un panorama musicale sempre più
standardizzato e caotico. A dire il vero il brano omonimo di apertura
ricorda molto alcune linee melodiche di una canzone di successo (di
quelle da classifica) di cui adesso non ricordo ne titolo ne interprete,
ma resta un episodio isolato nell'economia del disco. Già con
la traccia successiva si respira un clima più originale e onirico,
un pop vagamente sinfonico e molto solare. "Cry", come suggerisce
il titolo, è più triste e riflessiva, con suoni vagamente
psichedelici. "When Lilies Bloom..." è di una bellezza
indescrivibile, la morbidezza delle linee melodiche vocali sono un
balsamo che crea dipendenza.
La seguente "Push", per bilanciare, propone un'elettonica
più dura e claustrofobica, ma la bella voce di Kari non riesce
ad essere cattiva e ammorbidisce il risultato. Efficace anche "Ride"
che riprende l'asprezza del brano precedente e la sublima in poesia.
"Fishing" è un brano dove emerge con prepotenza tutto
il senso musicale di Kari, per buona parte è solo vocale, poi
entra con grande pudore un synth, ma la Rueslatten domina con la sua
suadente voce. "Life" è un'altra song dall'intenso
potere evocativo, quasi sciamanico, sembra parlare della natura e
della sua forza. "Orlando" chiude con una certa ironia un
disco delicato e pieno di profumi.
La musica di Kari è ideale per chiudersi in casa, magari nelle
serate fredde dell'inverno e passare una bella serata coccolandosi
con le dolci note di Other People's Stories. GB
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