Chi si rivede, o meglio, chi si risente, il buon Daniele Liverani,
autore di numerosi progetti come Empty Tremor, Genius e dischi solisti.
I componenti oggi dei Khymera sono cambiati rispetto al loro primo
lavoro, in questo caso troviamo Dannis Ward dei Pink Cream 69 al microfono
al posto di S. Walsh (Kansas). Alla batteria c’è ancora
Dario Ciccioni (Genius) e ad aiutare Daniele alle chitarre la nuova
promessa Tommy Ermolli.
Si comincia con la breve strumentale title track “A New Promise”,
carica d’Heavy Metal alla Iron Maiden periodo “Killer”,
ma è solo una parvenza, perché nel prosieguo le coordinate
mutano. Infatti con “Alone” siamo al cospetto di un Hard
Rock al confine con l’AOR più emozionale. La voce di
Dannis è molto bella e duttile. Il brano è molto commerciale,
così come i successivi “Let It Burn”, puro Hard
FM e “Looking For You”. Con “All That I Hare”
la chitarra ci introduce in un mondo più intimistico ben supportato
dalla voce di Dannis. Nulla di trascendentale, solo un onesto brano
Rock con lo scopo di farci volare con la fantasia nei territori del
cuore. Si riparte con “The Damage Is Done”, un ritmo accattivante,
un ritornello semplice che per la verità lascia adito a qualche
dejà-vu. Così in “After The Way”, si ha
ancora la sensazione di aver ascoltato certe soluzioni. In effetti
il genere, come ho detto molte altre volte, è questo e non
ha la pretesa di riscrivere chissà quali altre pagine storiche,
ma consentitemi anche a me qualche sbadiglio. Ci pensa “You
Can’t Take Me (Away From You”)” a svegliarmi, divertente
e spensierata. Il genere è anche maestro in ballate melodiche
dalla facile resa, “Tomorrow Never Comes” è perfetta
rappresentante.
Il disco prosegue il suo cammino fra affascinanti melodie e cose già
sentite, lasciandomi qualche remora sul giudizio finale.
“A New Promise” è un lavoro onesto, sopra la sufficienza
e sopra una marea di produzioni del genere, ma secondo me c’è
bisogno di un pizzico di peperoncino in più. MS
Altre recensioni: Khymera; The
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