Rock Impressions

Little  Tragedies - Chinese Songs LITTLE TRAGEDIES - Chinese Songs
Musea
Distribuzione italiana: Frontiers
Genere: Prog
Support: CD - 2007

Probabilmente il nome Little Tragedies a molti di voi non dirà proprio nulla, anche se siete estimatori del genere sofisticato di nome Progressive Rock. Questo perché la band proviene dalla Russia e viene distribuito dalle nostre parti solamente oggi e solo grazie alla Musea. In verità questo quintetto è sulla breccia dal 1994 ed è autore (con questo) di ben sette dischi.

Il genere trattato è elegante e sinfonico, i componenti sono ben preparati, addirittura diplomati al conservatorio di San Pietroburgo ed uno è proprio il tastierista leader Gennady Llyin. Completano la formazione Yuri Skripkin (batteria) che ha suonato con il chitarrista Zinchuk ed in band Metal e Jazz, Aleksej Bildin (sax), anche lui diplomato al conservatorio e membro degli Apple Pie, Alexander Malakhovsky (chitarra) che ha sulle spalle il conservatorio ed esperienze Jazz ed Oleg Babynin (basso) che ha suonato in band militari.

“Chinese Songs” è un opera Rock basata sull’argomento “rapporto uomo e natura”, estrapolata dalle poesie cinesi e la musica ne è perfetta rappresentazione sonora. I brani sembrano essere disegni in acquarello, tenui, delicati ma ben distinti. Ci sono composizioni che possono raggiungere il quarto d’ora, mentre in generale si viaggia fra i quattro ed i sette minuti di media. Le tastiere ricoprono il ruolo più importante, nostalgiche ed intrise di quel New Prog che solo le mani di Mark Kelly (Marillion) e Clive Nolan (Pendragon, Arena) sanno regalare. Non esulano scappatelle verso il jazz, qualche improvvisazione, addirittura del Reagge (“At The Window”) e piccole fughe strumentali. Le ambientazioni sono quasi sempre rappresentate come un velo di nostalgia circense, ritratto grottesco di Clown, ambiguamente felice o triste. Uno strano tepore fuoriesce dall’ascolto, ma stranamente lascia di tanto in tanto un inaspettato brivido di solitudine.

Un buon lavoro, ma che non mi sento necessariamente di consigliare a tutti, soprattutto perché segnato in modo rovinoso dal cantato in lingua madre, ruvido e poco armonioso.
La musica è comunque bella e sono sicuro che in alcuni passaggi farà il piacere di alcuni di voi, soprattutto se amate le tastiere ed il Neo classicismo. “Chinese Songs” è un doppio cd che in parole povere accarezza il cuore. MS

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