Rock Impressions

Lunatica LUNATICA - Fables & Dreams
Frontiers

Alla corte dell’esperto supervisore Sascha Paeth (Rhapsody, Kamelot, Edguy, Angar) ecco un quintetto svizzero di Melodico e sinfonico Heavy Metal con tanto di voce femminile.
Chiamati alla seconda prova discografica, dopo il primo “Atlantis”, i Lunatica si giocano il jolly miscelando melodie accattivanti con un mare di tastiere epiche ed enfatiche.
Nel complesso il disco scorre tranquillamente, alternando momenti validi ad altri un pò più scontati, in più la produzione riesce a valorizzare al meglio il risultato finale. Grande merito va alla buona voce della cantante Andrea Datwyler, che a molti di voi inevitabilmente farà venire alla mente quella dei più blasonati Nightwish, anche se francamente l’accostamento è leggermente azzardato.

La copertina del cd è bella e suggestiva , dalle sfumature malinconiche, gotiche ed affascinanti, con il colore blu che domina in tutte le tonalità. Il disco comincia con la classica overture di turno, “The Search Goes On”, questa volta accompagnata da un epico mid tempo, lasciando crescere il ritmo nella prima vera canzone dal titolo “Avalon”. Sin dalle prime note si capisce subito l’importanza che ha la melodia per i Lunatica, e soprattutto quella del tastierista Alex Seiberl, vero protagonista in tutto l’ascolto.

Si poteva credere che un giorno l’Heavy Metal, eterno nemico dell’ opposta New Awe, avrebbe potuto convivere o in qualche modo esserne influenzato? Ciò è quello che si riscontra nella successiva “Elements”, canzone più lunga del disco con i suoi sei minuti e quarantacinque secondi. Questo fa storce il naso? Forse no, il tutto è poco invasivo e ben eseguito. Piano chitarra e voce per l’inizio della dolce ballata “Fable Of Dreams”. Nel suo evolvere scaturiscono forti emozioni grazie soprattutto alle sempre presenti tastiere emulanti epici cori struggenti.
La sinfonia prosegue a tutta carica pure in “Still Belive”, ma a questo punto dell’ascolto ci rendiamo conto che malgrado il tutto sia bello, manca di qualche cosa, quel qualcosa che riesce a renderlo un grande disco…. Gli assolo di chitarra! Infatti sino ad ora non se ne è avuta traccia ed il disco a metà ascolto comincia a risentirne, non perché siano indispensabili, ma solo per spezzare un poco questo predominio corale di voce female e tastiere, in fondo sempre di Heavy Metal stiamo parlando.
Una parvenza l’ ho nella successiva “The Spell” , questa mi conferma la sensazione, sarebbe tutto veramente più scorrevole. Buona la batteria di Ermes Di Prisco e gustosa anche la cover di “ Hymn” degli Ultravox.

Insomma avete capito le coordinate del prodotto, personalmente lo ritengo nel complesso più che sufficiente, atto a farci passare un oretta senza troppi problemi ne sforzi mentali nel cercare di assimilarne l’ascolto. Posso consigliare a questi bravi ragazzi di provare a fare colonne sonore per film, li sento proprio adatti, sensazione giusta? Chissà….
Non adatto comunque ai cuori metallici più duri. SM

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Guardando al nome del gruppo e alla copertina avevo pensato all'ennesima goth metal band e invece il secondo album degli svizzeri Lunatica è piuttosto un platter di metal sinfonico, con qualche timido accenno gothic.

Questo gruppo fondato nel '98 dal drummer Sandro D'Incao e dal tastierista Alex Seiberl si è stabilizzato solo dopo aver trovato la graziosa singer Andrea Datwyler con la quale hanno subito registrato il primo album.

Sotto l'attenta guida di Sascha Paeth e con la produzione di Domenico Livrano i Lunatica hanno messo in piedi questo nuovo disco con la speranza di ritagliarsi uno spazio nel sempre più affollato panorama metal. Il sound non mi è parso così interessante o originale da poter garantire un futuro roseo al gruppo, ci sono molti punti deboli, varie ingenuità e qualche buon pezzo ma che non salvano il lavoro nel suo complesso.

Il brano di apertura "The Search Goes On" è un intro che ricorda molto le musiche da film, molto solenne e pomposo, ma la pecca è il recitato che sfiora il ridicolo, la voce recitante ha un incedere cantilenante che mal si addice al pathos della musica. Chiusa la parentesi si attacca con energia nell'anthemica "Avalon", dove in gruppo infonde tutta la propria potenza, il pezzo si lascia ascoltare anche se non è certo un capolavoro. La seguente "Elements" sembra il compendio della traccia precedente, c'è qualche buona linea vocale e niente di più. "Fables Of Dreams" è una ballad graziosa, anche se suona molto deja vu. Con "Still Believe" torna la doppia cassa e troviamo uno dei brani con il tiro migliore, belle e convincenti le vocals e il tutto risulta finalmente avvincente. Un po' sperimentale "The Spell" con inserti dal sapore pop elettronico e un refrain moderno su un impianto metal molto classico, lodevole l'intento, ma il risultato non brilla. Qualche buona idea emerge anche da "The Neverending Story", ma stavolta sono proprio i cori a togliere enfasi al pezzo. Carina "Silent Scream" che precede la traccia finale, un bell'heavy diretto e senza troppi fronzoli.

I Lunatica sono un gruppo con buone potenzialità, ma che deve ancora maturare, il loro lavoro è acerbo ma non è privo di spunti interessanti. GB

Altre recensioni: The Edge of Infinity

Interviste: 2004


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