Essere sopravvissuti dagli anni ’60 e arrivare fino ad oggi
con un nuovo album è già una bella storia. Ma questa
band sta dimostrando di avere ancora molto da dire. Dopo il concept
su Montecristo hanno deciso di indagare Vlad l’impalatore, figura
al tempo storica e mitica, il cui nome ancora oggi incute un certo
timore.
Il gruppo è molto legato al modo di fare rock tipico del periodo
in cui si sono formati, un hard rock progressivo teatrale e ricco
di sfumature, che richiama formazioni storiche senza il timore di
confrontarsi con un passato a cui molti si sentono ancora legati.
Interessanti i testi, tra romanzi e una lettura personale che ho trovato
sempre interessante. Il rock è sanguigno, non poteva essere
diversamente trattando di una figura che ha alimentato le storie sui
vampiri, del resto i temi oscuri sembrano proprio ideali per questo
gruppo. Ma se pensate che questo possa essere un disco nostalgico
vi sbagliate, i suoni sono attuali e il gruppo ha fatto un buon lavoro
per non far sembrare “datato” il sound proposto, di retrò
c’è solo il modo di concepire in generale il disco.
I Magia Nera con questo terzo album dimostrano di essere capaci di
dar vita ad un concept ben costruito. Di certo il tema non è
originale, ma chiaramente è uno spunto per proporre musica
d’atmosfera e il risultato mi sembra molto riuscito. GB
Altre
recensioni: L'Ultima Danza di Ophelia;
Montecristo
|