I
Trevigiani Magnetic Sound Machine, per chi ancora non li conoscesse,sono
una delle migliori realtà musicali italiane di Jazz Rock. La
loro giovane età non incide nella cultura musicale che palesano
fra le composizioni, certamente Perigeo, Arti & Mestieri o Napoli
Centrale, fanno parte del loro bagaglio. Come per tutte le band del
mondo, il terzo disco è quello della verità, dell’eventuale
consacrazione, colui che ti dice la strada definitiva da intraprendere.
O si vola o si cade. “Chances & Accidents” in effetti
mostra un passo evolutivo rispetto al suo nobile predecessore “Chromatic
Tunes”, album che consiglio ancora a tutti gli amanti del genere.
Il quintetto oggi si muove di più all’unisono, si cimenta
in un Jazz Rock Fusion di sufficiente personalità, dove è
vero che i riferimenti settantiani sono ancora presenti, ma altresì
affiora la voglia di districarsi differentemente dai classici clichè
del genere, tentando una strada propria, sforzandosi di donare nuove
energie.
E’ così che “Camel Trouble” apre il disco,
con sei minuti di penetrante groove, con il sax di Andrea Massarotto
ad aprire la mente di chi ascolta. Immaginate voi di rendere più
mediterraneo il sound dei francesi Uzeb, a questo punto otterrete
un quadro preciso della situazione. Belli anche gli assolo del caldo
basso di Stefano Volpato e della chitarra Rock di Giacomo Girotto.
Delicate le tastiere di Alessandro Caldato, sopra una ritmica quantomeno
impeccabile da parte della batteria di Riccardo Pestrin.
Più stile anni ’70 è “Queanova”, ma
quello che colpisce maggiormente non è tanto il riferimento
o la bravura dei singoli componenti nel suonare il proprio strumento,
piuttosto la freschezza del sound, una sensazione frizzante che si
prova davvero con poche altre band. Ampi spazi si aprono nella mente
all’ascolto di “Le Chat Noir”, ecco che i MSM cercano
di dire qualcosa di differente, si lasciano andare e si ritrovano
dietro uno squisito gioco tastieristico, dove il sax per l’ennesima
volta compie nuove evoluzioni. Troviamo Andrea De Marchi alle percussioni
di “Chansis”, canzone dall’intro psichedelico, per
il piacere di chi ama una musica più introspettiva. “Axidents”
potrebbe benissimo uscire da un disco dei Goblin . In “Night
Bell” Massarotto passa al flauto ed il brano assume un fascino
particolare rispetto a quanto ascoltato sino ad ora, così accade
per “900 Bills” e “Karizma” dove le trombe
di Piero Dadda Art e F. Perin sviluppano nuove sensazioni. Invece
per i gusti del sottoscritto “Wake Up Whit Me” è
uno dei punti più alti di “Chances & Accidents”,
in esso vengono racchiusi tutti gli ingredienti per realizzare un
ottimo brano di Jazz Rock. Chiudono i due minuti di “Every One
Can Sing A Jazz Rock Song Under The Shower”, dove si possono
ascoltare per la prima volta le voci di Caldato e Pestrin che sotto
la doccia fanno da coro ad un tappeto tastieristico dalle sfumature
vagamente malinconiche. D'altronde chi non ha mai cantato sotto la
doccia? Direte voi…però non una canzone Jazz! Ecco un'altra
genialità dei ragazzi.
Questo disco racchiude in se molta cultura, assimilata e riamalgamata
con estro, per un risultato di notevole caratura. I MSM sono giovani
e sono certo che ci disegneranno nuove traiettorie. Non lasciamo nell’indifferenza
per l’ennesima volta una nostrana realtà, che nulla ha
da invidiare alle band straniere. MS
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