Conoscete
i Parallel Or 90 Degrees? Sono un gruppo inglese che fa una buona
musica, a tratti psichedelica come quella dei Pink Floyd, a volte
geniale e tecnica come quella dei Van Der Graaf Generator. Pure la
voce del cantante è simile a quella di P. Hammill, andate a
riscoprire quel bellissimo disco che si intitola ' Afterlifecycle
', non rimarrete delusi. Cosa "ci azzecca" tutta questa
solfa con Guy Manning? Semplice, lui è un componente dei PO90D
e questo è un suo album solista, ma ci sembravo doverosa una
degna presentazione.
Sin dal primo ascolto è chiara la matrice intimista del nostro
chitarrista-cantante. Ci troviamo al cospetto di un lavoro molto acustico
e sicuramente sentito dal nostro autore. La copertina e l'intero artwork
è disegnato dai suoi figli, che tenero.... Per tirare il fiato
dopo ascolti ripetuti di tecnico Prog, di duro Heavy Metal, 'Tall
Stories...' è l'asso di coppe, i vostri padiglioni auricolari
sicuramente vi ringrazieranno e vi sentirete felici con voi stessi
e con tutto il mondo. Si, questa è la sensazione finale che
si avverte dopo l'ascolto di questo buon cd. All'interno ci sono tre
suite, la prima è 'The Last Psalm' che con le dolcissime orchestrazioni
sa farci rilassare, sentiamo pure scorrere acqua e soffiare vento,
la chitarra acustica ci solleva su di un virtuale tappeto volante
di note per farci vedere dall'alto tutto il mondo di Manning. Al termine
di questo brano il tappeto di note sembra trasformarsi in uno reale
visto la matrice orientaleggiante di 'The Voyager'. Divertente. Carina
e semplice 'White Waters' che assieme alla successiva acustica ' The
Candyman ' mi convince che Guy è un grande artista e che la
sua vena è smisurata, personalità e cuore è tutto
ciò che vado cercando in un disco e qui l' ho trovato. La conferma
arriva dalla seconda suite del disco 'The Fall And Rise Of Abel Mann?’,
immensa, negli stacchi pianistici che evocano a distanza gli Echolyn
e di quei coretti alla Jethro Tull periodo anni '70... cosa dire?
Quanto basta poco per distaccarsi dalla massa di prodotti ipercervellotici
strabordanti di megaproduzioni elevate all'ennesima potenza! 'Castaways'
è un'altro pezzo acustico che ha un vago sapore anni '70 e
fa da preludio alla terza ed ultima bellissima suite dal titolo 'Holy
Ireland'. Si riscontrano influenze Folk-Rock, quelle dei Lindisfarne
per intenderci.
La qualità sonora del disco è molto buona e finisco
presentandovi i nomi di coloro che hanno contribuito a suonarlo: Jonathan
Barrett (Basso), Andy Tillison-Diskdrive (tastiere e batteria programmata),
Simon Baskind (percussioni), Pav Chana (Tablas) e Jon Burr (armonica).
Logicamente è consigliato solamente a chi cerca un disco di
buona musica per rilassarsi dopo una giornata di lavoro (o studio)
infernale. MS
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