I
Manowar amano il loro pubblico e sono a loro volta ricambiati con
una dedizione da far invidia, sembra quasi che siano riusciti negli
anni a trasformare la passione per la loro musica in una vera e propria
fede metallica. Non sorprende quindi questo ennesimo live album in
doppio cd che ripropone tutto un intero concerto.
Eric Adams e soci sono sempre loro, la formula è la stessa
da oltre venticinque anni, metallo pesante, epico e senza compromessi,
impreziosito dalla spettacolare voce di Eric che è quasi un
teatrante ed è senza dubbio uno dei principali artefici del
successo del gruppo. Poi c’è il selvaggio bass playing
del folle DeMayo, un chitarrista che si è dedicato al basso
per sorprendere con la sua tecnica. Da contraltare c’è
il drumming quadrato come un’equazione matematica di Scott Columbus,
tanto semplice ed essenziale quanto potente e perfetto per questo
genere. Alla chitarra purtroppo da tempo non c’è più
quell’animale da palco di Ross the Boss, ma Karl Logan che si
è calato molto bene nella parte.
La scaletta del concerto è splendida, c’è pure
il mio brano preferito “Mountains”, troviamo il rullo
compressore “Each Down I Die” e tutti i grandi inni metallici
che hanno costruito il culto di questi barbari del metal fino alla
più recente ed splendidamente epica “Gods of War”.
Devo subito dire che la voce di Adams non è più quella
di un tempo e sembra non riuscire più a fare certi acuti che
ti spezzavano il cuore. Ridimensionato questo elemento tutta la riuscita
emotiva dell’album ne esce compromessa, almeno per me che negli
anni ottanta ho amato molto la band. Da un punto di vista meramente
musicale invece il gruppo c’è e non perde un colpo. Non
manca l’assolo di basso nella neo classica “Son of William’s
Tale” e non mancano i cori da cantare a scuarciagola, insomma
è uno spettacolo dei Manowar con tutti i sacri crismi, poco
importa se il tempo è passato e sul palco non ci sono più
dei ventenni pieni di voglia di spaccare il mondo. In fondo il metal
epico miete ancora un sacco di vittime e non è mero ricordo
dei bei tempi andati.
A compendio del doppio cd c’è il video della title track
inframezzata da un video che francamente trovo molto discutibile quanto
scontato ai limiti del plagio di pellicole fantasy, ma sono convinto
che i die hard fans manco se ne accorgeranno. Comunque vedere la schiera
di teatranti vestiti da guerrieri normanni che alzano le spade in
segno bellicoso su uno sfondo molto suggestivo fa un grande effetto.
Lucidate le borchie di bracciali e cinturoni, i Manowar vi chiamano
a raccolta per una nuova metallica battaglia e come sempre non vogliono
prendere prigionieri: “Other bands play, Manowar kills!”
GB
Altre recensioni: Hell On Earth IV; HOE
V
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