La band true metal degli eccessi torna col quinto dvd della fortunata
serie HOE e continua le autocelebrazioni con una impressionante serie
di filmati, ripresi in un arco temporale che va dal 2005 fino allo
scorso 2009. Non è quindi il filmato di un concerto, ma sono
spezzoni con interviste a fans osannanti inframezzate con molti brani
proposti per intero, a tutto questo si aggiungono gli immancabili
eccessi come la rottura di strumenti, la presenza di moto, di una
nave vichinga, di soldati medievali che combattono, di giochi pirotecnici,
di filmati, l’intervento saltuario di ragazze particolarmente
compiacenti e discinte sul palco, e soprattutto le orazioni deliranti
di DeMaio che inneggiano al sesso, al consumo smodato di birra e,
ovviamente, allo spirito guerriero insito nel puro metallo pesante.
Quindi gli eccessi della band, che più di tutte ha incarnato
il vero spirito selvaggio dell’heavy metal, si sommano a quelli
dei propri fans che si dimostrano quanto mai fedeli e soprattutto
“sfegatati”, un insieme dal sapore alquanto forte e, se
vogliamo, folkloristico.
Il materiale contenuto nei due dvd è davvero tanto, da un lato
non ci si annoia nella visione, ma non si ha nemmeno la compattezza
di un filmato che mostra per intero un vero concerto. La regia purtroppo
è di quelle che saltellano da un’immagine all’altra
a grande velocità, cosa che io non ho mai gradito e continuo
a non apprezzare, perché mi toglie il gusto di osservare, anche
minimamente le singole esibizioni, mi toglie il senso dello spettacolo
sullo stage e lo considero un esercizio di stile di qualche regista
in cerca di inutili novità. Certo il metal è una musica
veloce, ma questo non deve per forza tradursi in veloci salti immagine!
Grande impiego di mezzi tecnici e grandi allestimenti, con impianti
luci da sogno, molto suggestivo vedere la band suonare sempre davanti
a platee gremite di fans adoranti, anche in paesi come la Turchia,
la Grecia e la Repubblica Ceca, dove la band si esibisce con orchestra
classica. Fra i brani proposti con mio grande piacere c’è
la bellissima “Mountain”, uno dei miei preferiti della
band, altri titoli sono “Loki God of Fire”, “Hand
of Doom”, “Die For Metal”, “Hail and Kill”,
“Thunder in the Sky”, “Father”, “Sons
of Odin” e tante altre che non posso citare per intero.
Il secondo supporto è più “documentario”
del primo, dando più spazio alle interviste e alle curiosità,
ma segue molto l’impronta del primo dvd. In fondo con questi
HOE i Manowar vogliono celebrare una specie di nuova religione e in
questa discutibile operazione mostrano una determinazione ferrea come
la loro musica, con tanto di raduni annuali in Germania. Gli atteggiamenti
dei fans intervistati sono tutti in questo senso e più volte
si parla di “fede”, così come nei predicozzi, che
rasentano il ridicolo, di DeMaio. Voglio credere e sperare che sia
tutto e soltanto spettacolo, a me musicalmente i Manowar sono sempre
piaciuti e mi piacciono ancora, in fondo mi divertono, ma non mi piace
vedere questa stucchevole autocelebrazione. Ripeto, se è solo
spettacolo va tutto bene, ma certi toni stavolta mi sono sembrati
più eccessivi del solito. Non voglio lanciare un allarme, per
carità, ma preferirei che tutto restasse nell’ambito
della musica e una volta tanto si lasciassero perdere certe rodomontate.
Di sicuro la band ha fatto molto bene i propri conti e si è
assicurata un avvenire con i propri fans, ma allora dove finisce il
discorso artistico e dove comincia quello economico? Perché
a guardare bene dietro tutto questo io ho visto solo un immenso business
(ovviamente tutto a favore della band).
Tornando a questo titolo, di certo si tratta di un must per ogni true
fan dei Manowar, in particolare per coloro che potranno riconoscersi
in uno dei tantissimi filmati che li riprendono, mentre non è
proprio consigliato per un primo approccio a questi inossidabili musicisti,
ma in fondo questo video mostra cosa sono oggi i Manowar e come si
sono “evoluti” i metallari, fedeli alla loro tradizione
come pochi altri, fedeli come una band che a costo di sembrare a molti
ridicola, come poche altre ha saputo costruirsi una rocciosa base
di fans con buona pace di tutti. Ancora una volta “Other bands
play, Manowar Kills!” GB
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