Siamo
al quarto album per questo rinomato chitarrista canadese, ben cinque
anni sono passati dal precedente lavoro A Demon’s Dream e dodici
dal primo Shut Up ‘N Listen, di certo non è un artista
che ci inonda di usicte e questo in fondo è un merito, inoltre
da quanto ascolto questi anni non sono certo passati invano.
When The Aliens Come è un disco ricco di tredici brani per
oltre settantacinque minuti di musica sopra le righe. Le composizioni
sono veramente varie e toccano gli stili più disparati, senza
dimenticare che il nostro esibisce con orgoglio una tecnica da paura.
Prog, Metal, Jazz, sperimentazioni elettroniche, crossover, senza
l’intento di voler fare scomodi paragoni, direi che Martone
è il degno seguace di maestri come Satriani e Vai, con un sound
che comunque si distingue da questi due colossi della chitarra moderna.
La personalità di Dave alla chitarra è prepotente, vitale,
energica, i suoi solos sono delle vere prove di forza, l’unico
appunto che gli posso muovere è che a volte la tecnica (mostruosa)
prende un po’ il sopravvento, ma davvero Martone tocca i confini
delle possibilità espressive dello strumento a cui si è
dedicato.
Le traccie proposte in questo album sono fresche, prendete ad esempio
“Really Now!” non suona come niente che ho già
ascoltato, è un brano variegato che alterna situazioni molto
diverse e propone più stili diversi di chitarra tutti fusi
mirabilmente insieme, il risultato è sbalorditivo. Dopo tante
scorribande il nostro cosa fa? Mette una track ricca di influenze
etniche orientali come “Mike Crow’s Mailbox of Doom”,
ma quando partono gli attacchi sonici di Martone il pezzo prende connotati
alieni, in perfetta sintonia col titolo del disco. Che dire poi dei
virtuosismi ultramoderni di “Fumble Fingers” inseriti
su un tappeto ritmico metal quasi estremo, sono ancora una volta sbalordito
e affascinato. Non mi dilungherò oltre ad analizzare ogni singola
traccia, lascio a voi una parte del piacere di scoprire cosa si cela
nei solchi di questo incredibile cd. Sappiate comunque che vi serviranno
ben più di un ascolto per cogliere tutte le sfumature del chitarrismo
spericolato di Martone e non resterete delusi.
Questo è un disco da non ascoltare se si ha il mal di testa,
perché richiede una grande lucidità per essere apprezzato.
Martone può essere tranquillamente considerato uno dei migliori
chitarristi in circolazione e le sue intuizioni rappresentano quanto
di meglio si può chiedere ad un chitarrista in questo inizio
del nuovo millenio. Ascoltare per credere! GB
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