Rock Impressions

Alex Masi ALEX MASI - In the Name of Beethoven
Lion Music


Per troppo tempo la musica classica e il rock si sono tenuti a debita distanza, anche se fin dagli anni sessanta non sono mancati numerosi episodi di avvicinamento anche se questi venivano guardati con una certa sufficienza da una parte e come stravaganza dall’altra (vi lascio immaginare quale di queste due corrisponde ad uno a all’altro mondo). Oggi però il confine è sempre più labile e ne sono una testimonianza il bellissimo Metamorphosis di Uli Jon Roth o il piacevole Majesty and Passion di Viktor Smolsky, ma anche tanta musica rock inizia ad essere eseguita da musicisti classici, come ad esempio dai California Guitar Trio o dagli Apocalyptica.

Pertanto non ci sorprende questo disco di Alex Masi dedicato interamente all’arte di Beethoven, uno dei massimi geni musicali di tutti i tempi. Bisogna però ricordare che questo è il terzo lavoro di Masi dedicato alla musica “colta” e segue quelli dedicati a Bach e Mozart che però non ho mai ascoltato. Ma se manca la sorpresa di certo non viene meno il piacere di ascoltare questo vero virtuoso nelle sue trasposizioni per chitarra di alcuni momenti immortali, che spero pochi non conoscano. Sei sono le proposte scelte da Masi nell’immenso repertorio di Beethoven, si parte con il primo movimento della celeberrima Sinfonia n. 5, si passa poi alla Sonata n.1, alla Romanza per violino n. 5, per finire con i tre movimenti della bellissima Sonata n.14 (detta Sonata al chiar di luna). La tecnica di Alex è soprafina e il suo tocco riesce ad essere estremamente gentile e delicato, ma noi conosciamo anche la sua forza e questa delicatezza un po’ sorprende.

Chi si aspetta un Beethoven “elettrico” sarà deluso, perché in questo album si ascolta quasi esclusivamente la chitarra acustica con un musicista che mette tutto il suo talento al servizio dell’arte, senza cedimenti sentimentali. L’elettrica fa capolino in Romanza per violino n. 5, ovviamente per sostituire il violino (mamma mia come mi piacerebbe sentire una versione rock del concerto per violino e orchestra sempre di Beethoven).

Masi con questo disco ci ha regalato un momento di estasi musicale da non perdere, non sarà sempre facile e a volte può perfino risultare un tantino formale, per chi è cresciuto a pane ed heavy metal, ma quando la musica è così bella non si può non lasciarsi conquistare. Grazie Alex! GB

Altre recensioni: Late Night at Desert’s Rimrock; Theory of Everything


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