Questa
recensione, premetto, è da prendere con le pinze e mi riferisco
soprattutto agli amanti dei Queen. Forse ascoltando questo “This
Is Not A Drill” qualcuno di questi potrebbe avere un mancamento,
soprattutto sentendo la voce. E’ ovvio che di Mercury ne è
esistito solo uno, ma devo sottolineare la sorprendente somiglianza
ed il coraggio di tentare una simile comparazione. Ma chi sono costoro?
O meglio costui?
Metal Majesty è il progetto di Aldous Byron Valensia Clarkson,
polistrumentista nato in Olanda, autore di successo di dischi come
“K.O.S.M.O.S” e “Gaia”, che hanno venduto
oltre un milione di copie al mondo. La passione per i computer e per
i Queen è grande, da qui la predisposizione ad un progetto
solistico molto impegnativo, ad onor del vero anche abbastanza riuscito.
Il Giappone è la terra su cui Clarkson conta molto e che sembra
dargli le più grandi soddisfazioni. Sarà pronta anche
l’Europa ad accogliere il talento di questo plausibile detronatore
degli attuali The Darkness?
Il cd si apre con “Play The Game”,
pardon, “Greins Reeper”, ottimo esempio di metal misto
a classicismo, con tanto di cambi d’atmosfera, uno dei pochi
brani che potremmo definire veramente Metal. Infatti in questo “This
Is Not A Drill”, nel proseguo, ne incontreremo veramente pochi,
ma ascolteremo tanto Rock melodico. La successiva “Metal Majesty”
risulta meno impegnata della precedente, più diretta grazie
anche ad una buona presenza ritmica. Ma è gia con la terza
"The Extra Terrestrial" che il disco si fa imbarazzante…
la somiglianza con la voce di Freddy Mercury, il songwriting ed i
famosi coretti sono veramente sfacciati, l’emozione che si prova
all’ascolto resta in equilibrio fra stupore ed incredulità.
Si viaggia anche nell’ introspettivo animo umano con “Wonderful
Life” ed un profumo di anni ’70 avvolge la stanza, soprattutto
quando la chitarra elettrica ci regala funambolici passaggi su basi
melodiose. Ma tutto sembra lusingare troppo l’ascoltatore, ci
si sente presi quasi in giro, ascoltate ad esempio “Magie Chemistry”
per capire cosa intendo dire. “Licence To Chill” non è
da meno, mentre “Every Time It Rains Again” è femmina,
come un gatto che ti si sfrega sulle gambe quando vuole ottenere qualcosa.
Addirittura incontriamo dei pezzi dove si arriva al plagio, come in
“Hope And Glory” ed in “Bulgarian Queen”.
“Bohemien Rhapsody” viene saccheggiata in tutto e per
tutto, manca solamente che si dica “Galileo… Galileo…”!
Impressionante comunque la prestazione di Clarkson e del suo accompagnatore
alla batteria David Clarkson. Esistono anche momenti veramente inutili
come ad esempio la smielata “Deborah” , ma nel complesso
non si può rimanere totalmente delusi. E’ chiaro che
questo disco non è consigliabile ad un metallaro puro che fa
delle battaglie epiche una ragione di vita, ma chi ama i Queen deve
assolutamente ascoltarli.
La qualità sonora del disco è buona e per concludere
questa recensione mi pongo una domanda senza darmi una risposta: perché
alla fine del cd non hanno messo”God Save The Queen”?
(perché non hanno il senso dell'umorismo ndGB) MS
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