Finalmente
una vera sorpresa! Erano mesi e mesi che non provavo certe emozioni
nello scoprire un nuovo gruppo. Emozioni forti ragazzi, e mi riferisco
a tutti coloro che hanno fatto dei Dream Theater e dei Sympony X una
ragione di vita sonora.
Ma chi sono questi ragazzi? Si chiamano Mind Key, napoletani e si
formano nel 1999 grazie al tastierista Dario De Cicco ed al chitarrista
Emanuele Coltella. Le influenze musicali oltre dai gia citati gruppi,
sono approfondite anche dalla passione per Royal Hunt e Planet X.
L’iniziale line-up viene arricchita da Eduardo Schipani alla
batteria. Ma la formazione completa l’avremo solamente l’anno
successivo con l’innesto di Francesco Mormile (ora però
rilevato da Lele Castaldo) al basso, Marco Basile al microfono e dal
nuovo batterista Andrea Stipa. Cominciano le serate in club napoletani
e diversi live Show. Nel contesto compongono quattro propri brani
che inseriscono nel demo “Welcome To Another Reality”
(2000), poi inclusi nel cd d’esordio qui analizzato.
“Secret Dream” è il pezzo d’apertura, alle
prime note sembra di aver messo nello stereo un disco degli Shadow
Gallery, ma quando arriva la bellissima voce di Mark sono i Dream
Theater a farsi largo. Si nota subito l’importanza del lavoro
tastieristico di Dario, così come la base ritmica precisa ed
affiatata. Nel proseguimento degli otto minuti sento crescere dentro
emozioni che solamente l’ascolto del disco “Awake”
(Dream Theater) ha saputo darmi, spero che queste sensazioni siano
ben auguranti.
Brividi lungo la schiena con l’intro del brano successivo dal
titolo “Love Remains The Same”. Piano e voce preparano
l’animo ad affrontare un pezzo molto articolato, colmo di tecnica
ma mai scontato. Questa è la bellezza del Metal Prog, con i
suoi cambi di tempo e le ottime melodie.
“Deep Inside” si apre con la chitarra di Emanuele, ma
è la voce a catalizzare l’attenzione dell’ascoltatore.
Apro a proposito una piccola parentesi al riguardo, generalmente ci
troviamo a lamentarci di un parco voci italiano scadente, in parte
è vero, ma i Mind Key sfuggono a qualsiasi critica in questo
senso. La canzone nel proseguo evolve, anche frangenti Jazz sanno
scaturire fra una fuga strumentale e l’altra. Con “Memory
Calling” siamo di fronte ad una semi-ballata molto gradevole
e ci sorge spontanea una domanda: ‘…e questo sarebbe il
debutto discografico di un gruppo italiano?’.
Torniamo ora con una mini-suite dal titolo “Lord Of The Flies”,
nei suoi quasi dieci minuti c’è molto da ascoltare, in
un frangente sembra di cogliere strutture chitarristiche tratte dai
Celtic Frost di “Vanity/Nemesis”, ma è solo una
sensazione momentanea. Hammond e Dream Theater in cattedra e per concludere
in bellezza regge! “World Of Illusion” è un altro
momento dedito al gia nominato “Awake”, ma la sapete la
storia dei Genesis e dei Marillion? I secondi sono nati come loro
cloni, a detta della critica di allora avrebbero dovuto avere vita
breve, ma così non è stato. Oggi sono un gruppo con
la sua spiccata personalità. Diamo dunque tempo al tempo. Emozionante
la chitarra al centro del pezzo. “Without Ann”, ha ancora
un piano introduttivo conduce una ballata non melensa, ma ricca di
buone idee. Tre minuti e mezzo di grande musica.
Chiude il disco una nuova mini-suite divisa in due parti:”waiting
For The Answer”. La prima “Soul Voyager” è
interamente strumentale per una cascata di note ed emozioni a non
finire, mentre la seconda “The Zero Dimension” i Mind
Key ci riportano nel loro mondo fatto di armonie tecniche.
Ripeto, stento a credere alle mie orecchie, ora speriamo in un futuro
con una personalità ancora più marcata e vedrete che
se sono rose… fioriranno. SM
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