I Misantropus nascono alla fine degli anni ’90 su impulso dei
fratelli Alessio (chitarra) e Vincenzo (basso) Sanniti, ai quali si
aggiunge Andrea Vozza alla batteria. L’idea è quella
di dar vita ad un doom interamente strumentale, idea piuttosto originale,
anche se ci sono dei precedenti in alcune band minori. Il sound dei
Misantropus fa riferimento principalmente agli eroi nazionali del
genere, con Paul Chain in testa, poi Mario “the Black”
Di Donato, gli Arpia e aggiungerei anche i Dark Quarterer.
Oggi la Doomymood rende disponibile il loro Lp del 2003 rimasto inedito
a cui vengono aggiunti i rifacimenti di due brani editi su Ep che
vedono la collaborazione con la vocalist Francesca Luce, che propone
dei vocalizzi che arricchiscono due tracce dello stesso Lp, senza
stravolgerne la natura prettamente strumentale. Lp è composto
da soli cinque brani che si aprono con l’ossessiva “Life”,
l’affinità col primo Paul Chain balza subito all’orecchio,
ma devo dire che la veste strumentale non aiuta, perché il
brano non è abbastanza vario per mantenere viva l’attenzione
dell’ascoltatore e dopo un po’ comincia a diventare pericolosamente
monotono. Anche “Man” non brilla per originalità,
la struttura è più coinvolgente, ma anche in questo
caso un po’ troppo ripetitiva. La musica doom è basata
sulla ripetizione ossessiva di certi temi musicali, ma senza il cantato
il gioco non funziona altrettanto bene. Segue “Woman”
è un po’ meglio, non ci sono grandi novità, ma
almeno la struttura è più intrigante. “Animalspact”
è l’episodio più cupo e tenebroso, puro dark con
low tempo. Anche il riff portante di “Transformation”
non è male, sempre molto vicino allo spirito di Catena, comunque
gli appassionati di questo genere non disdegneranno.
L’Ep propone il rifacimento di due brani con l’aggiunta
di fonemi di Francesca Luce, i brani sono “Life” e “Transformation”,
come dicevamo queste musiche prive di testi risultano un tantino indigeste,
ma ecco che già il contributo della Luce le rende più
intriganti e tutto funziona meglio, anche se c’è sempre
lo spettro del “già sentito” che aleggia.
I Misantropus sono un gruppo di nicchia, che solo i die hard fans
del doom possono apprezzare in toto, gli altri sono avvisati. GB
Altre recensioni: Lp (2012); Gnomes
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