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            I fratelli Sanniti hanno alle spalle una lunga storia di passioni 
            musicali che è poi diventata l’ossatura per il loro progetto 
            più ambizioso, i Misantropus, coi quali giungono al quinto 
            album, che dovrebbe essere anche l’ultimo, almeno da quanto 
            hanno dichiarato ufficialmente.
 
 Il loro doom, fortemente influenzato dal primo Paul Chain, si è 
            sempre distinto per oscurità e ossessività, come se 
            avessero voluto superare il maestro facendo musica ancora più 
            nera. Devo dire che i cinque brani che compongono questo Gnomes Metal 
            sono effettivamente densi di una tenebra impenetrabile, riff di chitarra 
            ripetuti con ostinazione, sembra la recita di un mantra, con un cantato 
            malefico che aumenta ancora di più la sensazione di disagio. 
            Il quarto brano del disco però è elettronico, anche 
            in questo caso il riferimento è ancora il musicista pesarese 
            ma mi viene in mente anche certo Steve Roach. Comunque il territorio 
            in cui la band dà il meglio di sé è quello metallico, 
            un ambito dove si sono ritagliati uno spazio tutto loro, con una proposta 
            che li distingue.
 
 Come avrete capito i Misantropus non sono una band “per tutti”, 
            ma hanno una loro originalità e vanno ad arricchire una scena 
            dark nazionale già ricca di personaggi da culto. GB
 
 Altre recensioni: Lp + Ep (2003); Lp 
            (2012)
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