Gli americani Moraine sono un progetto del chitarrista Dennis Rea, un veterano del jazz rock sperimentale, che ha suonato con alcuni dei più importanti e innovativi musicisti di mezzo pianeta, da Klaus Schulze al cinese Cui Jian. In questa band lo troviamo alle prese con un jazz rock molto prog e avanguardistico, una via di mezzo fra i King Crimson più visionari e la Mahavishnu Orchestra, al suo fianco troviamo Ruth Davidson al violoncello, Alicia Allen al violino, Kevin Millard al basso e Jay Jaskot alla batteria.

Manifest Density è un album interamente strumentale e molto sperimentale, si parte subito con le evoluzioni vorticose del primo brano e si capisce presto che si tratta di un disco di spessore. La musica è densa di suggestioni prog, che il gruppo suggerisce proponendo un mix di virtuosismi mozzafiato. “Ephebus Amoebus” è molto più jazz e meno rock del brano d’apertura, ma rimane comunque nell’ambito di un prog d’avanguardia di ottimo lirismo, grazie anche alla bravura della violinista. Ma questo non è un disco che può essere raccontato con un track by track, perché ci sono troppe suggestioni, troppi cambi d’atmosfera, per racchiudere tutto in poche battute, meglio lasciarsi trasportare da questa musica che riesce ad unire come poche altre la sperimentazione alla bellezza.

I Moraine hanno dato alle stampe un gran disco, certo occorre buona volontà, perché non è un disco accessibile a tutti, ma è uno di quei dischi che possono avvicinare al mondo del jazz rock d’avanguardia anche chi non lo ha mai ascoltato e questo è davvero un gran pregio. GB

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