I Moraine del chitarrista Dennis Rea mi avevano colpito molto col disco uscito nel 2009, un concentrato di jazz prog di altissima qualità, ricco di soluzioni spettacolari, sia a livello tecnico che espressivo, musica altamente impegnata eppure tanto godibile. Non mi sorprende quindi trovarmi tra le mani questo live registrato allo splendido festival Nearfest edizione 2010. E i Moraine dal vivo non deludono le aspettative, come testimonia questo documento. La formazione è un po’ variata, rispetto al disco precedente, ma è una cosa fisiologica in questo ambiente, dove la parola sperimentazione si riferisce anche alla continua ricerca di nuove collaborazioni e nuove alchimie artistiche.

La partecipazione al NearFest deve aver galvanizzato i nostri, che si esprimono subito in un prog di Crimsoniana memoria, suoni duri e avventurosi, il sax di James DeJoie è impressionante, unito al violino di Alicia (che nel frattempo credo sia diventata sua moglie, visto che ha cambiato il cognome in DeJoie appunto) si crea un amalgama irresistibile. Non da meno la successiva “Manifest Density”, Rea appare più presente, ma è ovviamente l’insieme di tutti e cinque che conquista, che forza espressiva. Il disco scorre con grande facilità, l’impegno dei passaggi arditi, dei virtuosismi, dei suoni avventurosi, è continuamente mitigato dalla bellezza delle composizioni proposte, perfetto esempio di come si possa unire la bellezza alla sperimentazione.

I Moraine ci regalano ancora un gran bel disco, di quelli che alimentano il cervello e che al tempo stesso scaldano il cuore. GB

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