Musica, 
            poesia, ironia ed improvvisazione 
             
            Avete presente tre generazioni di musica italiana, o meglio tre cantautori 
            rock-pop-sperimentali e geniali, insieme? Ecco una serata che ha permesso 
            di poterne assaporare le genialità: 
            Giorgio Canali, Dente e Morgan. 
             
            Da Canali, già membro di CCCP, CSI, PGR, solista con i Rossofuoco 
            (recensione) con cui ha appena fatto 
            uscire l’album più bello della sua carriera (a detta 
            di tutti) , quel “Nostra Signora della Dinamite” che concentra 
            liriche attuali con un occhio di riguardo verso l’intimismo 
            stilistico, tra poesie iridescenti e quel cantato sospeso tra dichiarazione 
            e pathos tipico della sua intera produzione. Canali suona con il chitarrista 
            dei Frigidaire Tango Steve B.Hill, manifestando tutta la propria poetica 
            e meraviglia, tra i grandi successi del passato di “Che Fine 
            Ha Fatto Lazlotòz” agli ultimi pezzi. Gli chiedo se il 
            suo recente album “Ultime Notizie di Cronaca” con Giovanni 
            Lindo Ferretti e Gianni Maroccolo per i PGR sarà effettivamente 
            l’ultimo della carriera in trio, me lo conferma. Canali rocker 
            di società e amore, capace di estraniarsi dal turbine mediatico 
            per concentrarsi solo sulla propria arte. Canali padre della musica 
            alternativa italiana. 
             
            Dopo Dente, moderna e creativa rivelazione degli ultimi anni nella 
            scena italiana. Il nuovo “L’Amore Non E’ Bello”, 
            uscito l’ultimo San Valentino, riflette tra chitarre sospirate 
            e testi poetici, delicati e popolari, sognatori e riflessivi, molti 
            dei quali dialoghi tra uomo e donna, alla scoperta dell’amore 
            stesso. Dente ama l’intimismo trasognante e l’ironia sincera 
            e spontanea. Dente, con la sua abilissima band, mette in scena uno 
            show regale e coinvolgente, senza strafare, senza orpelli, esagerazioni 
            sonore o liriche. Dente vive nella semplicità toccante che 
            rende ogni suo brano soffice e pop, nel senso più armonioso 
            e amabile del termine. Si diverte, canta, racconta, parla tra una 
            canzone e l’altra, poi mi racconta che se in Italia c’è 
            un ritorno di attenzione verso i cantautori oggi, forse è merito 
            anche delle “nuove forme di comunicazione multimediale” 
            grazie a cui è più diretto e comodo poter conoscere 
            tantissimi artisti. 
             
            Infine Morgan. Re dei Bluvertigo, sale sul palco in un elegante abito 
            nero, una camicia vaporosa e i capelli grigi al vento, pronti ad essere 
            scompigliati da quelle mani così bramose di musica. Morgan 
            manifesta i successi della sua carriera da solista, e la celeberrima 
            Altrove agli ultimi successi di Paoli e Modugno che ha portato in 
            piazza con l’ultimo album, “Italian Songbook Volume 1”, 
            un concentrato di canzoni dei più immensi autori italiani del 
            passato, già riprese da altrettanti mostri sacri della musica 
            internazionale. Poi Scott Walker, David Bowie, Lou Reed, Alabama Song 
            di Brecht (e dei Doors), i Duran Duran e Volare.  
            Lo show è irregolare e geniale. Infine, a luci spente, all’interno 
            del Teatro stesso, Morgan mette in piazza, nell’ambito di un’intervista 
            sonora, tutta la propria cultura musicale, ammaliando i presenti e 
            suonando all’impazzata il suo Duca Bianco, i Beatles, Guccini 
            e Bindi con una chitarra-storica a 12 corde, appartenuta in passato 
            proprio a Bowie. 
             
            Una serata appagante. Meravigliosi. 
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