| L'elfo scuro del gothic è tornato e non poteva essere diversamente. 
            Provavo una certa curiosità nei confronti di questo artista, 
            ho sempre pensato che il personaggio Mortiis potesse nascondere una 
            certa dose di personalità musicale dietro un'immagine così 
            curata, ma l'ascolto del disco ha raffreddato subito ogni entusiasmo.
 
 Il disco apre con una serie di brani elettronici molto poco originali, 
            che scopiazzano alla grande nel vasto repertorio della gothic ballabile 
            tedesca e questo già non consente di esprimere particolari 
            doti personali. Il mix di ritmi ballabili e di dark anni ottanta nelle 
            linee melodiche senza accenni di musica celtica e senza momenti di 
            esaltante epicità sono davvero poco digeribili.
 
 Il quarto brano "Monolith" è il primo che si fa apprezzare 
            col suo incedere lento e drammatico, finalmente una song interessante 
            anche se non siamo ancora di fronte ad un capolavoro. Col brano successivo 
            si torna a sprofondare nel vuoto di idee anzi il ritornello mi ricorda 
            un pezzo da discoteca che ebbe un certo successo negli anni ottanta 
            il cui titolo doveva essere qualcosa tipo "Spin Me Round" 
            e che veniva passato decine di volte su Videomusic, rasentiamo lo 
            squallore! Dopo l'insipido lento "Everyone Leaves" ci sono 
            altri due brani inutili. Cigliegina sulla torta, molto stantia, è 
            la ritmata "Smell the Witch", che avrebbe anche potuto funzionare 
            come brano introduttivo di un album discreto, ma che in questo caso 
            fa solo sbadigliare. GB
 
 Altre recensioni: Split Mortiis 
            - Il Segno del Comando - Freddy Delirio & t.P.
 
 Intervista
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