Rock Impressions

Myland - No Man's Land MYLAND - No Man's Land
Valery Records
Distribuzione italiana: Frontiers
Genere: Hard Rock Melodico
Support: CD - 2008
Eccoci, ci risiamo. Ancora mi risuonano nelle orecchie le canzoni di “The time is over”, ed è già tempo di piazzare nel lettore il nuovo disco dei Myland. Mai la mia fame di rock suonato ed interpretato come si deve verrà placata! “No Man’s Land” rappresenta l’ennesima dimostrazione di come in questo genere nulla vada lasciato al caso, e nemmeno si possa improvvisare.

“Anytime” produce su di me un – benefico – effetto-shock: questo pezzo, non scherzo!, pare una out-take di “Frontiers”, “Escape” ovvero di “Raised on Radio”, scegliete voi, tanto non cambia. Semplicemente perfetto. Nell’A.O.R. ogni singola nota va soppesata con attenzione, utilizzando il bilancino del farmacista, ed il tutto deve risultare fluido, scorrevole, deve scivolare via senza il minimo scarto. Sommiamo la voce divina di Guido Priori alle chitarre di Max Passerini e di Hox Martino, eppoi il basso di Clod Corazza, la batteria di Paolo Morbini e le tastiere di Will Medini, ed il risultato ci ricondurrà inevitabilemente alle dieci tracce che costituiscono questo eccezionale dischetto, senza dubbio una delle perle in ambito melodic-rock, non solo di quest’anno, ma degli ultimi, piuttosto avari, lustri! Sto esagerando? Nossignori. Ripeto, questi ragazzi sanno quello che fanno, e quanto ascoltiamo su NM’sL è l’ovvia conseguenza delle loro capacità, delle loro inclinazioni e della loro volontà. Come potrebbe essere altrimenti, con autentiche rilucenti gemme quali “The wind of late september” ossia “Heat of Emotion”, a susseguirsi l’una dopo l’altra, senza lasciarci tregua? O l’assalto di keys che apre “(Someday) Love Leaves You Lonely”?

Certo, in queste canzoni non v’è traccia alcuna di sperimentazione, d’altronde l’A.O.R. è un settore rigorosamente codificato da autentici capolavori firmati nei decenni scorsi da Journey, Foreigner, Toto, e da diecine di misconosciute band venerate da una ristretta e fedele schiera di cultori. Che desiderano solo e semplicemente ascoltare melodie celestiali, capaci di spalancare le porte dorate del firmamento adult- rock. E la presenza qualificata di Kee Marcello (ascia degli Europe) e dell’onnipresente Tommy Denander costituisce un accessorio, che impreziosisce ulteriormente un gioiellino già di suo di elevatissima caratura. Ricompilate la vostra all-time-A.O.R.-top-list, “No Man’s Land” è fresco di pubblicazione, ma è già un classico! AM

I Myland sono un gruppo rodato di ottimi musicisti, con un solido background alle spalle, troviamo il drummer Paolo Morbini, il singer Guido Priori, Clod Corazza al basso, Will Medini alle tastiere e la coppia di chitarre composta da Hox Martino e Massimiliano Passerini, ma questo da solo non basta a giustificare i risultati che questi musicisti hanno ottenuto col tempo. No Man’s Land è il loro nuovo album, dedicato all’hard rock melodico di stampo americano, un mix fra Journey e Toto, noi li avevamo già incontrati e ci avevano colpito, ma questo nuovo album spinge ancora più l’acceleratore.

Il disco parte benissimo con l’anthemica “Anytime”, un brano che è già un classico con le sue armonizzazioni vocali da brividi, una track che dal vivo deve infiammare non poco l’audience. Priori ha un timbro di voce quasi identico a quello di Steve Perry e i paragoni coi Journey si sprecano, ma devo dire che i nostri, per quanto sicuramente influenzati, hanno saputo dar vita ad un sound molto convincente e sentito. “The Wind of Late September” è più introspettiva, ma ha un refrain davvero trascinante, di quelli che si stampano nel cuore e ti mettono addosso una irresistibile voglia di cantare, che pezzo! Con “(Someday) Love Leaves You Lonely” l’accostamento ai Journey diventa quasi sfacciato, ma è comunque un gran bel brano. “Heat of Emotion” si rifà maggiormente ai Toto, di certo i nostri hanno imparato la lezione, ma non è facile dare vita ad un brano che gli stessi padri ispiratori vorrebbero nella loro set list. “How Much Love” pur essendo un bel brano, è un po’ riempitiva. “Age of My Dreams” porta una sferzata di energia che non guasta affatto. “Voices” e “One Step Closer” sono altri splendidi brani, che hanno un ottimo mix si energia e melodia, davvero di classe. Buona anche “Running in the Night”, ma il pezzo forte è la conclusiva “Prisoner of Love” che è epica e quasi prog, coi suoi tempi complessi e le armonie tutt’altro che scontate, davvero un finale coi fiocchi.

No Man’s Land è un album di hard rock melodico molto ben suonato, cantato e prodotto, un disco che tutti gli amanti del genere devono amare, perché lo merita. Un disco tutto italiano che suona come uno “americano”, tanto da far invidia ai blasonati gruppi USA. GB

Altre recensioni: The Time is Over

Sito Web
Per un assaggio: http://www.myspace.com/mylandproject
jedidrum@jumpy.it (Paolo Morbini)


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