Rock Impressions
 

INTERVISTA AI NEUN WELTEN (versione inglese)
di Giancarlo Bolther

Inizierei questa intervista con qualche cenno biografico sulla vostra band...
Per un certo periodo abbiamo suonato insieme nel gruppo metal Insomnia Astrorum, i tre maschi del nostro gruppo, dentro di noi è cresciuto un forte interesse nei temi naturalistici e ambientali e anche verso la mitologia, quindi è stata un’evoluzione naturale esprimere questo interesse con musiche acustiche e più tranquille. Questo ha portato di fatto alla nascita del progetto musicale Neun Welten. Si tratta per noi di poter esprimere in modo più tranquillo le nostre fonti di ispirazione. La natura è una delle nostre principali fonti di ispirazione. Anja e Aline si sono aggiunte a noi dopo un po’ di tempo e i loro diversi background e influenze hanno portato il sound dei Neun Welten al risultato attuale. Attualmente siamo insieme da circa sette anni. Cerchiamo di mettere insieme diversi strumenti dai più classici come il violino, il violoncello, i flauti (come il flauto diritto e il clarinetto), il pianoforte, con altri dal sound più moderno come la batteria e le chitarre acustiche. La nostra musica è principalmente strumentale e cerca di creare un’atmosfera fatata ed emozionale, che vuole suonare quanto più organica e naturale possibile. Il risultato è un sound mistico, malinconico e talvolta vigoroso. Tutti i nostri brani sono composti dalla band stessa e noi definiamo il nostro stile come mystical nature folk.

La vostra musica ha anche un deciso carattere estetico olte a quello spirituale, quale dei due è più importante per voi?
Questi due caratteri si appartengono l’un l’altro e sono molto simili, tanto che non possiamo dire quale dei due sia più importante.

Fra il primo album e il secondo c’è stata una pausa di tre anni, cos’è successo in questo periodo e perché c’è voluto così tanto tempo per realizzare Destrunken?
Nel primo anno successivo alla pubblicazione del nostro primo disco abbiamo fatti molti concerti, ad esempio il tour con i Dornenreich e i Tenhi nel 2007. Dopo di ché abbiamo deciso di concentrarci pienamente sulla composizione delle nuove cazoni che avrebbero formato l’album “Destrunken”. Nell’ultimo anno, finalmente, abbiamo potuto registrare, mixare e completare il layout dell’album. Ci sarebbe piaciuto molto riuscire a finire tutto prima, ma a causa di circostanze imprevedibili e della nostra ambizione di ottenere il miglior risultato possibile per ogni singola canzone, quindi ci abbiamo messo tutto il tempo necessario per fare le cose per bene.

Secondo voi quali sono le principali differenze fra i vostri due album?
Nelle canzoni di entrambe i dischi abbiamo cercato di esprimere le nostre esperienze in e con la natura. In “Vergessene Pfade” abbiamo descritto la natura così come la vediamo, più come scene o fotografie della natura in se stessa. Mentre nel nostro ultimo album non abbiamo cercato di descrivere la natura per come la vediamo con gli occhi, ma più attraverso come la percepiamo a livello profondo, interiore, in base anche alla condizione emotiva della persona. Fin dall’inizio le canzoni di "Destrunken" sono state costruite su un concept molto più solido e a causa di questo i brani hanno canalizzato una atmosfera molto più simile, che è più dark e intima.

La vostra musica è un mezzo per fuggire dalla realtà o per affrontarla?
Non è facile rispondere a questa domanda. Attualmente il nostro scopo è di portare chi ci ascolta a fare un viaggio, a ripensare alla sue esperienze attraverso la nostra musica. Al tempo stesso si può anche semplicemente sognare ascoltandoci. Ma spesso quando pensi alle cose che ti sono accadute e ci rifletti sopra, riesci anche ad influenzare la realtà, almeno secondo alcuni punti di vista o con azioni diverse.

La vostra musica può essere descritta come una riflessione pessimista sui nostri tempi? Cosa pensate di questo periodo, siete ottimisti o temete il futuro?
Non è una cosa voluta, ma altri in precedenza hanno posto questa domanda e ci hanno ragionato sopra. Noi che viviamo nell’Europa Centrale, in particolare presi individualmente, stiamo vivendo una vita piuttosto agiata e piacevole, non abbiamo guerre, catastrofi naturali e nessun grosso problema finanziario che per il momento non possiamo affrontare. Qui in Germania abbiamo la possibilità di prenderci cura dell’ambiente circostante, ad esempio possiamo reciclare quasi ogni tipo di rifiuto e possiamo utilizzare le risorse energetiche eco sostenibili, possiamo proteggere i paesaggi contro gli abusi dell’uomo. Cerchiamo di essere parsimoniosi con le risorse, ma questo è un lusso che possiamo permetterci. Molte persone nel mondo sono costrettere a vivere nello stesso modo, ma lo fanno per poter sopravvivere. È molto importante poter riflettere spesso su questi argomenti per ciascuno di noi. Lasciami dire che non è importante avere tutti i gingilli elettronici possibili o avere una grossa macchina oppure abiti sempre nuovi. Se hai la possibilità di viaggiare, fallo e tutti vedranno cosa stiamo cercando di descrivere. Dobbiamo essere grati per tutto quello che abbiamo... Essere ottimisti o aver paura... mmmmh… ad oggi credo ci siano ancora possibilità di far fronte ai problemi legati all’ambiente e alla finanza, ma sarà molto più dura fra trent’anni, quindi le soluzioni e la ricerca di risolvere questi problemi sono sicuramente necessari.

Ci puoi dire qualcosa di più delle canzoni di Destrunken e di come le avete composte?
La composizione delle nostre canzoni è un processo che vede coinvolta tutta la band e noi diamo vita ai nostri brani tutti insieme. Così, qualche volta il risultato finale può essere molto diverso dall’idea iniziale del brano. Se iniziamo a scrivere delle nuove canzoni, di solito partiamo con un tema, una melodia che qualcuno di noi propone agli altri. Attorno a questa melodia, qualche volta può anche essere lo scheletro di una canzone, componiamo il nuovo pezzo. Tutte le volte cerchiamo insieme quale atmosfera può essere comunicata con le varie parti del brano nel suo complesso.

Nell’album ci sono molte influenze folk, mi puoi spiegare meglio dove nasce il vostro interesse per la musica tradizionale?
Questo aspetto è diverso per ciascuno di noi. La musica folk spesso per noi significa l’uso di strumenti tradizionali, poco Pop (ma questo differesce tra di noi) e un certo interesse per alcuni musicisti in senso storico. Questi aspetti sono comuni in ciascuno di noi. Poi ci sono alcuni gruppi folk che tutti noi amiamo come ad esempio i Triakel, i Tenhi o band più moderne come i Dazkarieh.

Ascoltando il nuovo disco, brano dopo brano, ho avvertito come un crescendo continuo di intensità e atmosfera, è una coincidenza o è una cosa voluta?
È interessante che tu abbia notato questa cosa... è una cosa in parte voluta e in parte è una coincidenza, non è stato qualcosa di pianificato, ma non è nemmeno del tutto una coincidenza. Il fondamento delle nostre canzoni è stata la nostra idea, la storia di base, avevamo la sensazione che ci fosse un qualcosa che “controllava” le storie delle nostre canzoni. Quindi per noi viene raccontata una storia attraverso tutti brani del disco che inizia con un’atrmosfera volutamente rallentata di attesa, di senso di paura e che finisce con il raggiungimento della pace interiore. Quando abbiamo finito di comporre i brani per il disco, abbiamo cercato di trovare l’ordine che ci sembrava più funzionale per esprimere nel miglior modo le nostre idee. La conseguenza quindi può effettivamente essersi tradotta in un crescendo di intensità e atmosfera…, ma penso dipenda anche nel modo con cui una persona si approccia all’ascolto dell’album.

La vostra musica appare piuttosto malinconica, c’è un messaggio particolare che voltete esprimere?
Non abbiamo nessun messaggio particolarmente malinconico. Con “Destrunken” abbiamo voluto portare gli ascoltatori ad esplorare se stessi, quali sensazioni, quali immagini si generano ascoltando in profondità la nostra musica. Forse sembrerà meno personale, se non diamo un significato preciso, ma il nostro scopo è stato proprio quello di far si che ogni persona trovi in se stessa le esperienze, i significati, le immagini che la nostra musica può suscitare. Vogliamo proporre un’esperienza più intima con se stessi, vogliamo offrire possibilmente dei nuovi percorsi introspettivi.

Siete vicini ai movimenti neo pagani?
Non molto, noi cerchiamo semplicemente di incontrare amici, di stare davanti ad un falò, mangiare insieme eccetera… nei giorni di solstizio e ovviamente abbiamo in comune molti interessi con le persone simpatizzanti dei movimenti neo pagani.

La via moderna di proporre musica medievale e folk ha una lunga tradizione fin dagli anni ’70 (Comus, Gryphon, Jethro Tull, Horslips...), ’80 (Dead Can Dance, Current 93, Sol Invictus and many more...) e anche oggi c’è una scena molto importante con molti gruppi soprattutto in Germania (Adaro, Faun, Of The Wand And The Moon, In Extremo, Saltatio Mortis, Morgenstern, Schellmish, Subway To Sally...), vi sentite parte di un movimento, o pensate di essere differenti e di dire cose diverse?
Forse siamo parte di un movimento, ma forse non lo siamo. Ci sono molte poche band che hanno uno stile musicale simile, ma ce ne sono molte che condividono gli stessi interessi nella storia o nella natura. Il nostro obiettivo principale è di presentare un sound molto organico e rustico, senza elementi di danza, questo ci rende diversi da alcuni dei gruppi che hai citato.

Che tipo di musica vi piace ascoltare? Quali sono i vostri gruppi preferiti e quali sono le vostre principali fonti di ispirazione?
Anche in questo caso ci sono molte differenze fra di noi. Alcuni gruppi in aggiunta a quelli che hai già citato sono (faccio dei nomi senza un ordine particolare di preferenza, di importanza a livello di ispirazione personale): Minor Majority, Yann Tiersen, Estampie, Tindersticks, Emperor, Sigur Ros, Russian Circles, Ulver, Starsailor, Olafur Arnalds, Goran Bregovic, Vali, Tenhi, Empyrium, Naked Raven, Wolves in the Throne Room.

Quanto siete culturalmente collegati alla vostra terra?
Non sono sicuro di aver capito bene la tua domanda, ma cerco di rispondere lo stesso. Tutti noi siamo molto contenti di vivere in Germania ed in particolare nella Germania centrale. Abbiamo viaggiato molto nel mondo e la nostra ispirazione musicale non è legata ad una certa nazione o cultura. Abbiamo visto così tanti posti stupendi che ci hanno ispirato sia personalmente che a livello musicale qui in Germania, ma anche in molti altri paesi del mondo.

Qual’è stata la soddisfazione più grande che vi è capitata nella vostra carriera musicale?
Aver ottenuto il contratto con la Prophecy Production. Essere stati in tour con i Tenhi e i Dornenreich. Avere avuto il pieno controllo di tutti i nostri cd e per citare un singolo concerto, aver suonato al the Prophecy 10th Anniversary Concert Night.

Ci puoi fare qualche anticipazione sui vostri progetti futuri?
Stiamo cercando di pianificare dei concerti per presentare “Destrunken” ai nostri fans, ma ad oggi non c’è ancora niente di concreto. Inoltre abbiamo già iniziato a comporrre nuovi brani. Ma se volete stare aggiornati tenete d’occhio le news nel nostro sito internet.

Vi ringrazio per questa intervista, se volete chiudere con un saluto…
Ringrazio tutti per il vostro interesse nei Neun Welten!
…in perpetuity wood…

Recensioni: Vergessene Pfade; Destrunken


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