Rock Impressions

Neun Welten - Vergessene Pfade NEUN WELTEN - Vergessene Pfade
Auerbach Tontrager / Prophecy
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Dark Folk
Support: CD - 2006

Dopo la pubblicazione del mini cd Valg nel 2004 ecco finalmente il primo vero album dei norvegesi Neun Welten, che propongono una personale rilettura del folk nordico. Il termine folk anche in questo caso, come per altri compagni di etichetta come i Tenhi o gli Agalloch, non deve far pensare alla musica celtica, ma ad uno stile più crudo e rituale, naturalista, che parla di natura con un linguaggio arcaico e vagamente tribale e prevalentemente strumentale.

Il disco è diviso in tre parti: Nebelung, Nordwind e Sonnwend, che si spartiscono i dieci brani. Non a caso è proprio il suono di un temporale e della pioggia che apre l’album prima dell’attacco di una chitarra acustica arpeggiata con decadente malinconia, poi entra un evocativo strumento ad arco che sembra arrivare da molto lontano, in seguito si unisce un flauto dolce. Dopo questa parentesi parte la batteria con un incedere preso da certo metal, ma presto il tutto ritorna a melodie più sussurrate e sono come onde che si rincorrono. Grande eleganza densa di tristezza arriva con il secondo brano “Walden” dominato ancora da un delicato arpeggio di chitarra acustica, ma le atmosfere sono veramente molto simili a quelle del brano precedente. Più bucolica è “Nebelland” e qui qualche eco celtico è presente, quasi una danza mesta. “Nordwind” è aperta ovviamente da un vento, ma è quasi dolce, le note sono sempre riflessive e poetiche. Molto bello l’incedere di “Auf Kargem Fels”, con un oboe che si insinua come un serpente nella mente, sicuramente il brano che più resta in testa dell’intero cd. Il sesto brano è il primo cantato con un incedere solenne e sacrale che aggiunge un tocco medievale al sound dei nostri. “Sonnwend” si apre col canto dei grilli e siamo in una giornata rilassante di mezza estate. Ma non voglio svelarvi proprio tutto.

La pecca maggiore di questo disco è di essere poco cantato, non che questo sia un difetto grave, ma certe melodie sono bellissime e credo che con una voce giusta sarebbero state valorizzate meglio. Comunque già così il disco dei Neun Welten (che significa “cammini dimenticati”) è veramente bello e farà un figurone accanto ai capolavori dei Dead Can Dance, dei Current 93 e perché no, anche a quelli dei nostri Ataraxia. GB

Altre recensioni: Destrunken

Interviste: 2010


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