Il terzo album del duo composto da F.F. Yuggoth (batteria, basso e
chitarra) e Fungus Baldachin (voce, tastiere e chitarra), è
diverso dai due precedenti (che a loro volta erano diversi tra loro),
il primo era molto dark prog, il secondo era più hard prog
e questo intruduce degli elementi metal, l’unica componente
che rimane sempre è un’attitudine prog molto interessante
e personale. Ma il sound di questo gruppo è così eterogeneo
che è molto difficile etichettarlo (non che io voglia farlo).
Un’evoluzione che fa di questo gruppo una delle realtà
underground più interessanti.
L’album è piuttosto breve ed è composto da quattro
lunghe traccie, si parte con la title track che viene introdotto da
un riffing metallico classico, ma il brano è concepito come
una suite con varie parti tutte con una propria atmosfera, spesso
molto onirica e sempre molto dark. “Song of Durin” è
più metal del brano precedente ed è anche molto epica,
davvero un track ispirata. Non meno suggestiva è “How
Long is Ever”, densa di drammaticità e di atmosfere tragiche,
poi tutto d’un tratto ecco un pianoforte incantato che aleggia
leggiero sopra la catastrofe, non c’è che dire le visioni
di questi artisti sono quanto mai inquietanti. La piece de resistance
è posta alla fine ed è la malefica “The Rumour
and the Giantess”, un brano che esprime tutta l’abilità
teatrale dei Noekk, un gruppo che ha cercato di dare dei contenuti
alla propria musica, un sound intenso e dannatamente disperato, certamente
un po’ depressivo, ma anche molto affascinante. Alla fine del
cd c’è anche una track nascosta che ricorda molto le
atmosfere apocalittiche dei Death In June, da brividi!
I Noekk sono un gruppo da seguire con attenzione, perché si
elevano una buona spanna sopra il piattume delle uscite contemporanee.
Questo album non è migliore dei precedenti, che forse mi avevano
impressionato di più, ma conferma la grande personalità
di questi artisti. GB
Altre recensioni: The Water Sprite; The
Grimalkin; Carol Stones and Elder Rock
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