Nelle scorse recensioni vi abbiamo già detto che i Noekk sono
un duo composto da Yugoth e Fungus Baldachin, ovvero Schwadorf e Helm
degli Empyrium. Sono passati dieci anni dal precedente disco, un tempo
che sembra interminabile, ma non li avevo dimenticati. Questo titolo
però è un sette pollici che contiene quattro tracce,
un antipasto in preparazione del nuovo album che uscirà il
prossimo anno.
Il gruppo ancora una volta cambia le carte in tavola e spinge sul
lato prog, con accenni folk e una strumentazione più acustica.
Musica più introspettiva, sempre molto dark e apocalittica,
intrisa di una solennità mistica, che non mancherà di
destare brividi in molti di voi. Due brani sono molto brevi, “A
Loss” e “A Vision”, quasi dei camei, ma non di meno
suggestivi. Gli altri due sono “Pan” e “Archaic
Tune”, più folk il primo, più riconoscibile il
secondo, ma entrambe densi di questa nuova ricerca sonora, che affianca
i Noekk a nomi importanti come quello dei Sol Invictus, per fare un
esempio.
Se questa è la direzione del prossimo disco, mi aspetto un
lavoro ricco di musica emozionante e profonda, da assaporare preferibilmente
al buio davanti ad un camino acceso. GB
Altre recensioni: The Water Sprite; The
Grimalkin; The Ministrel's Curse
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