Dopo un breve periodo di assestamento il gruppo degli Oneira, formato
dal greco (ma che vive in Italia) Filippos Gougoumis (chitarre, basso
e voce), da Erik Spedicato (batteria) e Gianpaolo Begnoni (tastiere),
giunge al debutto discografico. Al trio si aggiungono il cantante
Vincent King come ospite e il chitarrista e tastierista Oliver Phillips
(Everon). Ma dopo queste brevi note biografiche passiamo alla musica,
che in fondo è ciò che maggiormente ci interessa. Gli
Oneira abbracciano un genere musicale che va dal Rock Canadese di
Rush e Saga, al prog di stampo americano di Stix, e Starcastle, con
grandi aperture armoniche ricche di gusto.
In apertura troviamo un intro diviso in due parti, una atmosferica
e una più esuberante, ma è ancora presto per farsi un’idea
precisa. “Secret Garden” ci porta in situazioni molto
Rush oriented, nei primi minuti siamo ancora in una situazione da
intro, ma poi parte il pezzo con un riff incalzante di chitarra che
ispira subito simpatia ed entusiamo contagioso, ma le emozioni più
forti le provo col giro di tastiere di “Moon in the Daylight”,
splendidamente epiche, che mi hanno fatto venire in mente subito i
migliori Saga. Non voglio svelarvi tutto, ogni passaggio, ma c’è
un entusiasmo di fondo in questa musica, che ad un ascolto affrettato
può sembrare “leggerezza”, scusatemi questo termine
fuorviante, intendo dire che la musica degli Oneira è bella
da ascoltare. Visioni epiche e crescendo dal sapore sinfonico, vi
avvolgono con abbondanza e generosità. Brano dopo brano si
viene colpiti dal sound di questa band, che non scende mai sotto uno
standard compositivo più che buono.
Gli Oneira si inseriscono con grande personalità in un genere
dove molti si accontentano di assomigliare a questa o a quell’altra
band storica, forse il loro sound non piacerà ai puristi del
prog, ma gli ascoltatori più aperti li sapranno sicuramente
apprezzare. GB
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