Rock Impressions
 

INTERVISTA AGLI OSI risponde JIM MATHEOS
di Giancarlo Bolther

Ciao Jim, per cominciare ci puoi raccontare quando e come è nata l’idea di dar vita al progetto OSI?
È molto difficile dire con precisione quando è nato e ha preso forma questo progetto. Penso che sia nato dal mio desiderio di avere un side project o di fare un lavoro solista. Ho coinvolto Kevin perché volevo avere nel progetto un tastierista e abbiamo iniziato a lavorare su alcune mie idee. Mi era piaciuto molto come stavano prendendo forma rispetto all’idea originale e così la collaborazione vera ha preso il via. Siccome sono rimasto molto soddisfatto di come è venuto il primo disco ho voluto farne un secondo. Da allora siamo diventati una vera project band e lavoriamo molto insieme.

Perché un nome come Office of Strategic Influence?
C’è un’incomprensione di fondo, il nome vero del gruppo è solo OSI, Office of Strategic Influence era solo il titolo del nostro primo disco. L’album si basava su un concept con dei testi molto politicizzati, i temi trattati riguardavano le pressioni politiche esercitate dagli Stati Uniti e di quelle esercitate dai media. La OSI sono dei servizi segreti americani il cui scopo è di influenzare le notizie sia interne che negli altri paesi. Invece il nuovo album non ha nessun testo politico e il nome della band è solo OSI.

Il vostro disco mi è sembrato molto moderno nei suoni, mi puoi dire come sono nati i pezzi?
Mi fa piacere che dici questo, infatti è uno dei nostri obbiettivi quello di avere un sound moderno. Noi cerchiamo di mettere insieme tutti gli elementi musicali, ascoltiamo cose molto diverse e cerchiamo di metterle nella nostra musica: c’è del prog, del jazz metal… in definitiva sono le cose che ci piace ascoltare e che fanno parte del sound degli OSI e che lo rendono molto moderno.

Prima mi hai accennato ai testi, di cosa avete parlato in Free?
Principalmente parlano delle relazioni interpersonali, della comunicazione fra le persone. Sono state scritte da Kevin e sono molto personali ed emotive.

Secondo te quanto è libera la gente oggi?
È una domanda un po’ troppo generica… Se si parla di libertà politica allora bisognerebbe fare un discorso diverso per ogni nazione, se si parla di libertà individuale siamo comunque in un campo molto ampio e non credo di voler andare così a fondo.

La copertina del disco è molto dark, che significato ha?
Dopo aver deciso il titolo dell’album abbiamo cercato un fotografo di realizzare la copertina, Kevin aveva visionato una serie di foto di uno che conosceva e mi mostrò il suo lavoro, ci piacque molto questa, si adatta molto bene ai testi del disco. Chi la vede si chiede: “chi era al telefono prima che la comunicazione fosse interrotta?”, “perché se ne sono andati così?”, etc… e questi dubbi su una conversazione ci hanno intrigato.

Come nascono i vostri pezzi?
Si tratta di un lungo processo che parte da me e Kevin, in genere io faccio dei demo con delle idee che sviluppo, registro le parti di chitarra, di basso, di tastiere, poi li passo a Kevin che inizia a lavorarci, ci teniamo in contatto per e-mail fino a che i pezzi hanno preso la forma definitiva. Per alcuni pezzi mancano solo le vocals, altri vengono interamente riarrangiati… quindi è un lungo processo.

Secondo te quali sono le differenze principali a livello musicale fra i vostri due dischi?
Per il primo album avevo composto del materiale in ambito più prog metal, del tipo di quello fatto con i Fates Warning, infatti un paio di brani usati li avevo composti proprio per Fates, così decisi di prendere una pausa di riflessione per staccarmi da quello che facevo con il mio gruppo. Ne parlai con Mike e Kevin. Kevin cominciò a lavorare sulle mie idee e a propormi dei suoni che partendo dal prog metal iniziale arrivavano ad un suono più moderno. Questo nuovo album mi piace molto, mentre il primo quindi era più legato ai Fates Warning, potremmo dire che era un mix dei Fates con i Chroma Key, questo nuovo è più frutto della nostra collaborazione, è più omogeneo e diretto.

Che tipo di musica state cercando esattamente, una nuova forma di prog o un mix di Metal e pop music?
Non è che abbiamo un idea precisa in mente, come ti ho detto prima è un mix di tante componenti, c’è del prog, del pop, della dance, dell’ambient, dell’elettronica… molte cose diverse mescolate insieme. Stiamo solo cercando di dire qualcosa di nuovo e di interessante, cerchiamo di lavorare su dei suoni originali, possibilmente che non sono mai stati usati prima.

Quindi immagino che intendete comporre dei nuovi album come OSI in futuro?
Abbiamo trascorso l’ultimo anno a lavorare duro sul nuovo disco e adesso dobbiamo fare la promozione, poi mi piacerebbe tornare a fare qualcosa coi Fates Warning e penso che anche Kevin voglia lavorare su un nuovo album dei Chroma Key, poi si potrà parlare di un nuovo album degli OSI. Non è detto però che questo accadrà, perché faremo un nuovo album solo se avremo qualcosa di interessante da dire. Non ci interessa fare un album tanto per fare, vogliamo farlo solo se può uscire un buon disco, solo se possiamo dare il nostro meglio e questo non sappiamo quando avverrà, potrebbero passare tre anni come anche di più.

Io spero andrete avanti, anche perché le vostre sperimentazioni, l’elettronica abbinata al metal, potrebbero aprire la strada ad altri musicisti…
Ti ringrazio, in effetti spero anch’io che le nostre idee possano attecchire e essere fonte di ispirazione per altri musicisti.

Mi hai accennato alla possibilità di fare dei concerti con gli OSI, cosa proporrete dal vivo?
Stiamo cercando di organizzare delle date in Europa, spero per il periodo ottobre, novembre, stiamo contattando dei promoter per questo. Per noi sarà un po’ una sfida, abbiamo tanti impegni da far combaciare e cercheremo di fare il possibile per riuscirci.

Qualche anticipo sulla possibile set list?
Suoneremo principalemente i pezzi degli OSI, ma vorremmo proporre anche alcuni brani dei Chroma Key, un mix dei due progetti.

Con quali band vi piacerebbe andare in tour?
Penso che per gli OSI sia difficile trovare un gruppo da abbinare per un tour. Forse la cosa migliore sarebbe avere un piccolo gruppo, non molto conosciuto, il che ci darebbe una certa autonomia sugli aspetti legati alla produzione. Ma penso che la cosa migliore sia da headliner senza gruppo di supporto, perché non siamo facilmente catalogabili, non siamo proprio prog e così via.

Oggi le collaborazioni fra artisti sono molto più comuni che in passato, secondo te da cosa dipende?
Credo che sia frutto principalmente della tecnologia digitale. È molto più facile scambiarsi i files musicali e far girare le idee. Questo ha aiutato molto me e Kevin che non viviamo vicini. Anche le tecniche di registrazione sono molto più semplici e permettono di velocizzare il tutto.

Cosa pensi della critica rivolta a molti musicisti prog di oggi che sembrano concentrarsi più sull’abilità tecnica che non sulla bellezza delle composizioni proposte?
Concordo al cento per cento! È un problema di cui ho discusso molto, è sicuramente vero per molti gruppi di oggi e sfortunatamente anche per buona parte del pubblico che sembra non sapere più cosa sia veramente il “progressive”, è andato perso il significato originale di questo genere musicale che era di cercare sempre soluzioni nuove e diverse. Penso che questo sia un vero peccato.

Secondo te quali saranno i prossimi sviluppi per la musica progressive?
La scena attualmente è molto stagnante, non si sta andando da nessuna parte così. Non ho sentito niente di recente che mi abbia entusiasmato. Bisogna cercare nuove strade, nuove soluzioni, altrimenti non ci sarà niente di originale.

Qual è la differenza principale fra suonare con gli OSI e con i Fates Warning?
Collaborare con Kevin per me ha significato fare qualcosa con un musicista con un punto di vista veramente diverso e nuovo rispetto al passato e credo che questa sia già una cosa molto buona. Quando scrivo delle canzoni per i Fates Warning di solito questo non sono molto diverse dal risultato finale che appare sul disco, invece quello che ho scritto per gli OSI viene elaborato con nuovi punti di vista e può cambiare anche molto dall’idea originale.

In questo periodo cosa state facendo coi Fates Warning?
Abbiamo molti progetti, in primo luogo stiamo organizzando delle date dal vivo in Maggio negli States. In giugno parteciperemo ad un festival e poi vogliamo fare altri concerti ancora. Poi vedremo il da farsi, probabilmente inizieremo a lavorare ad un nuovo album, ma per adesso non sono in grado di fare delle anticipazioni al riguardo.

Cosa pensi di Internet e del file sharing, ne hai paura o pensi che possa essere un’opportunità per gli artisti?
È un’opportunità, ma ne ho paura, è una realtà con cui tutti dobbiamo fare i conti. Non ne sono felice, anche se non ci posso fare niente. La gente con Internet si può appropriare di cose che non le appartengono e non si cura dei diritti degli artisti. Penso che l’unica cosa che possiamo fare sia di trovare qualche strada, con l’aiuto delle case discografiche, per rendere accettabile il costo della musica per i consumatori in modo da farli desistere dallo scaricarsi la musica liberamente. Penso però che questo problema colpisca principalmente i grandi gruppi e non quelli piccoli come il nostro, che hanno una base consolidata di fan che comprano comunque i dischi. Certo sarà molto dura sopravvivere se nessuno compra più i dischi.

Se vuoi lasciare un saluto finale ai fans…
Certo, vi ringrazio del vostro supporto e spero che vi piaccia il nuovo disco. Non vedo l’ora di poter tornare a suonare in Italia sia con gli OSI che con i Fates Warning, per cui questo è un arrivederci.

GB

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