Rock Impressions

Oteme - Il Giardino Disincantato OTEME - Il Giardino Disincantato
Strapontins / Ma.Ra.Cash Records
Distribuzione italiana: si
Genere: Prog
Support: CD - 2012


Questa volta voglio iniziare la recensione partendo dall’artwork di “Il Giardino Disincantato”, perché una volta tanto si ha rispetto per chi compera un cd. Ho sempre ritenuto e sostenuto che l’importanza del packaging va di pari passo con la musica, specialmente nei tempi dell’LP, quando in mano si aveva “sostanza”. Descrizioni, foto, testi, racconti, spiegazioni, traduzioni, in esso ci poteva stare di tutto, specie poi se il prodotto era gatefold (apribile). L’LP si ascoltava e si vedeva, con l’avvento del cd tutto questo viene scemando, per poi sparire con il supporto compresso MP3 e quant’altro la tecnologia di oggi riesce a propinare. Invece il piacere di leggere e guardare un bel libretto interno durante l’ascolto, è sempre un ingrediente in più per entrare con tutti e due i piedi nella musica proposta dagli artisti. Complimenti dunque al graphic design e fotografo Tommaso Tregnaghi, oltre che alla produzione di Oteme.

Detto questo (e ci tenevo), parliamo degli Oteme (Osservatorio delle Terre Emerse), creatura del compositore lucchese Stefano Giannotti. Legame fra più aree musicali, Giannotti fa convergere nelle “isole delle terre emerse” differenti movimenti indipendenti in un calderone sonoro ampiamente inconsueto. Non c’è da stupirsi se si denotano sonorità alla King Crimson o come John Cage insegna, oppure musica classica e contemporanea, questo è il modo di operare di Oteme. Si mette in discussione la possibilità di far convivere due situazioni apparentemente incongruenti, la musica “popolare” e quella “colta”. Il risultato? Beh, questo è soggettivo, dipende dalle nostre singole esperienze musicali, criticamente la mia è a favore in quanto sono sempre stato convinto che l’evoluzione musicale passi attraverso nuovi innesti e qui si entra in un tunnel senza luce, quello del significato del termine Prog.

Il “Mattino” è l’inizio raccontato di un percorso alterno fatto di suoni ed immagini estemporanee dettate da cambi di ritmo, di strumentazioni ed umorali. Entrare nella strumentale “Caduta Massi” è come perdersi in un labirinto fra fiati e percussioni che si rincorrono ciclicamente. Cura per le vocalità in “Dal Recinto” sopra un arpeggio di chitarra acustica, canzone nel vero senso del termine.

La dolcezza regna sovrana, lievemente decadente come in “Palude Del Diavolo”, composizione per quattro voci, clarinetto, corno e basso. Altro strumentale è “Tema Dei Campi”, nuovamente strumentazioni a fiato sono protagoniste, questa volta sono il piccolo oboe ed il clarinetto a disegnare geometrie variabili sopra ritmiche World Music. Ma non vorrei scoprire ulteriormente le carte, in quanto chi non ama la ricerca ha già capito di cosa si tratta ed invece colui che l’apprezza, vorrebbe essere esploratore protagonista di questo nuovo mondo.

E’ un isola emersa, buon aneddoto per il concetto proposto, una terra che solo qualche istante prima non esisteva, ma che ora c’è e si chiama Oteme. Non facile da raggiungere, ma una volta fatto si lascia esplorare in tutto e per tutto, in ogni meandro. Quindi….buona ricerca a tutti gli esploratori musicali. MS

Altre recensioni: L’Agguato, L’Abbandono, Il Mutamento




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