Rock Impressions

Oteme - L’Agguato, L’Abbandono, Il Mutamento OTEME - L'Agguato, L'Abbandono, Il Mutamento
Ma.Ra.Cash Records
Distribuzione italiana: si
Genere: Prog
Support: CD - 2016


“L’Agguato, L’Abbandono, Il Mutamento” è il secondo lavoro in studio di Oteme, dopo “Il Giardino Disincantato” del 2012. Non per essere ripetitivo, ma non posso trascurare ancora una volta il fatto di ritrovarmi nelle mani un disco accompagnato da un artwork esaustivo, questa volta a cura di Tommaso Tregnaghi e dello stesso Stefano Giannotti, compositore, chitarrista e ideatore del progetto Oteme (Osservatorio delle Terre Emerse). L’artwork ritrae solamente una mano che in tre foto a se stanti interpretano proprio l’atteggiamento di agguato, abbandono e mutamento, questo è il messaggio che personalmente traggo alla visione. I testi in italiano all’interno sono tradotti anche in inglese.
Lo stile musicale con cui hanno esordito è un mix fra musica “popolare” e “colta”, fra Classica, Jazz e spunti Rock, ci ho trovato anche agganci con artisti del calibro di King Crimson, Pink Floyd e John Cage.

Ricerca strutturale e sonora unita alla strumentazione classica, fanno del progetto un punto a se, un modo personale di fare musica. Proprio “La Grande Volta” apre il percorso sonoro con strumenti che richiamano il barrito degli elefanti, sopra una ritmica calda e per alcuni versi tribale. Musica in movimento nel brano “Sarà Il Temporale”, cantato da Giannotti e supportato dai cori di Emanuela Lari. La formula canzone si avvicina al modus operandi della musica da camera (una sorta di jazz infiltrato nella musica classica) e degli strumenti a fiato che fanno da traino alle armonie, la ritmica in sottofondo è sempre importante. Lo stile Oteme è questo, di personalità, emotivo, fatto di forti sensazioni.

La malinconica “Bianco Richiamo” è un momento strumentale fra arpeggi e flauto, dalla struttura rilassante e avvolgente. Non nascondo che all’interno scaturisco sensazioni provenienti dagli anni ’70. Si ritorna allo slalom strumentale in stile classico con “Camminavo”, altro frangente di musica che sottolinea con le sue esclamazioni a volte improvvisate le parole dei testi. Tante sottolineature che si alternano ad armonie leggiadre, vero punto cardine della forza Oteme.

Fiati composti da fagotto, clarinetti, tuba e corno descrivono “L’Agguato”, con una chitarra in sfondo di matrice King Crimson. Subentra “L’Abbandono”, praticamente una colonna sonora. Giocoso “Il Mutamento”, scherzoso e irriverente, mentre in “Dopo La Pioggia” ritorna il cantato.

Per definire questo album Prog, non tanto per la strumentazione o per certi stilemi rodati, serve capire il concetto di ricerca e attitudine ad essa, tuttavia non esula la suite, qui dal titolo “Tracce Nel Nulla” con i suoi quasi ventisei minuti ed un inizio di Pinkfloydiana memoria. La suite si adopera fra canzone, Psichedelia, e classica. Chiude il disco la breve e ritmata “Un’Altra Volta”.

“L’Agguato, L’Abbandono, Il Mutamento” è un gradito ritorno, è la sottolineatura da parte di Giannotti nel voler comunicare le sensazioni ed i movimenti con gli strumenti in maniera non usuale. Lo strumento adoperato come una voce, a disposizione più del significato dell’evento (o della parola) che dell’armonia che vorrebbe accompagnarlo.

Posso sintetizzare per chi di voi fosse ferrato sull’argomento che Oteme adopera la strumentazione classica come Demetrio Stratos adopera la voce.


Avete capito che non è un disco qualunque, non è un gruppo qualunque, ed è qualcosa di serio, ma un serio che spesso si diverte anche a farci sberleffo, e chi ama stupirsi con la musica questo sberleffo lo accoglie con piacere e divertimento. MS

Altre recensioni: Il Giardino Disincantato




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