La
Svezia non ha ancora esaurito la capacità di generare grandi
band in ambito prog: Ritual, Anekdoten, Anglagard, Landberk, Isildurs
Bane, Flower Kings, solo per fare qualche nome a getto ed ecco che
l'elenco si arricchisce di una nuova sensazione, i Paatos.
I riferimenti vanno cercati ancora una volta in King Crimson e Van
Der Graaf Generator, ma con un occhio anche al nuovo pop minimalista
a la Bjork soprattutto per la voce della singer Petronella Nettermalm
e per certi arrangiamenti elettronici, mentre guardando alla scena
nazionale bisogna ricordare i Landberk con cui condividono il bassista
Stefan Dimle e direi che hanno qualcosa anche della libertà
espressiva dei Ritual.
Musica ad alto tasso di malinconia, carattarestica piuttosto frequente
fra i gruppi nordici, grandi suggestioni sinfoniche e molti passaggi
settantiani con improvvisazioni ipnotiche. Il disco si apre con un
violino stregato che lancia il brano "Gasoline" ed è
una partenza alla grande, un brano molto completo che alterna con
sapienza parti tranquille e grandi progressioni molto ruvide alla
Anekdoten. "Holding On" potrebbe tranquillamente uscire
da Indian Summer dei Lanberk, con le sue atmosfere quasi jazzate e
morbide, Petronella è particolarmente suadente e la musica
avvolge l'ascoltatore come una coperta protettiva. "Happiness"
non è così interessante come i primi due brani, ma ha
un ritornello efficace e piacevole. Bellissima la quarta traccia "Absinth
Minded", carica di una malinconia struggente ed evocativa, con
dei suoni veramente molto riusciti e delle ottime progressioni. Delicata
e serena è "Look at Us" e tornano gli echi dei cugini
Landberk, mentre "Reality" è molto pop. Le atmosfere
da pub di "Stream" ricordano la morbidezza di certa Sade.
Il rock e le progressioni tornano in "Won't Be Coming Back",
ma la finale "In Time" ci riporta ancora ad atmosfere rilassate
e introspettive.
Kallokain è molto bello, ma va ascoltato con attenzione, alcuni
brani risultano un po' noiosi e bisogna essere dell'umore giusto per
poterli apprezzare in pieno, ma nel complesso è un album di
grande eleganza formale e apre la strada a nuove evoluzioni con la
speranza che il prossimo album sia un tantino più robusto.
GB
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