Ian Parry ha una carriera a dir poco sterminata, comincia nel lontano
1983 con “Mono Pacific” e con la collaborazione del futuro
batterista degli Oasis, Zak Starkey. Ne ha fatta poi di strada, cito
solamente alcune band con cui ha lavorato per inquadrarlo meglio:
Hammerhead, Vengeance, Valentia, Ayreon, Elegy e Perfect Strangers.
In questa ultima fatica Parry si avvale della collaborazione di numerosi
musicisti: Joshua Dutrieux (Elegy) alle tastiere, Robert Finan (Consortium
Proyect) al basso, Casey Grillo (Kamelot) alla batteria, Ivar De Graaf
(Within Temptation) alla batteria, Stephan Lill (Vanden Plas) al basso,
Alfred Van Der Zwam (Ian Parry Group) alla chitarra e Mario Zapata
alla chitarra. A questo punto non resta che mettere il cd nel lettore
ed attendersi grandi cose, ma non prima di aver detto che la musica
in questione è un mix fra Power Metal, Progressive Rock e Symphonic
Metal.
Si comincia con il Gothic Metal di “Innocent Minds”, accompagnato
da voci femminili, quelle di Judith Rijnveld (Consortium III) e della
top model Rosita Abbink. Una delizia per le orecchie. L’esperienza
con Lucassen negli Ayreon sembra averlo segnato positivamente, “Anything
So Easily” non avrebbe sfigurato nel bellissimo “Into
The Electric Castle”. Il Parry più Power Metal lo incrociamo
in “Fools Don’t Cry”, orecchiabile nel coro e ben
arrangiato, soprattutto per merito delle tastiere di Joshua Dutrieux.
Buone coralità nella sinfonica “The Angels”, mentre
per giungere ad una ballata dobbiamo attendere “Another Day”,
scritta e suonata dal chitarrista dei Vanden Plas, Stephan Lill. Nella
successiva “Fallin’” ci imbattiamo in influenze
Giunge, a dimostrazione della poliedricità dell’artista.
C’è del Progressive in “Smiley People”, bellissima
canzone colma di magniloquenza. Tutto il disco è ricolmo di
suoni e soluzioni a volte anche elettroniche, come nella ballata “Slip
Away”, mentre voci arabeggianti ci attendono in “Lovin’
A Stranger”. Voce e piano stile Dream Theater periodo “Awake”
in “No Mans Land”, mentre chiude l’opera la title
track “Vision”, sunto di qualità e raffinatezza.
Parry oggi è più in forma che mai, non dobbiamo lasciarcelo
sfuggire e mi rivolgo soprattutto a coloro che amano sonorità
piene e che non disdegnano nuove idee. Almeno un ascolto è
obbligatorio. MS
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