DAVID SURKAMP / PAVLOV'S
DOG
CHE FINE HANNO FATTO?
(pubblicato sul numero 2 Febbraio 2004 di Classix!)
di
Giancarlo Bolther
Nella seconda metà
degli anni ’70 i Pavlov’s Dog sono arrivati sul mercato
discografico come un fulmine a ciel sereno e da allora hanno lasciato
una traccia indelebile nella storia del rock, nonostante questo però
sono rimasti un gruppo da culto. Il singer David Surkamp dalla voce
particolarissima ne era il leader.
La cosa più sorprendente è che la formazione di cui
vi parliamo in questo articolo ha prodotto solo due albums che, nonostante
la polvere impietosa del tempo, sono ancora distribuiti e quindi sono
ancora facilmente reperibili, si tratta di “Pampered Menial”
del 1975 e di “At The Sound Of The Bell” del 1976. Altri
due titoli sono usciti in seguito e sono “Third”, pubblicazione
postuma di un album registrato nel 1977 il cui titolo doveva essere
"Has Any One Here Seen Siegfried?" (sul mercato se ne possono
trovare varie versioni bootleg di scarsa qualità e con titoli
diversi fra cui spicca “St. Louis Hound”) e “Lost
In America”, un disco piuttosto debole che doveva rilanciare
la band all'inizio degli anni ’90, ma che purtroppo ha fallito
l’obbiettivo. Safron senza Surkamp ha dato vita alla formazione
Pavlov’s Dog 2000 autrice di un solo rarissimo mini CD nel '95
con cinque brani dal titolo “End Of The World”, ma caduta
ben presto nell’anonimato.
Il gruppo, nonostante le elevate potenzialità espresse, si
scioglie subito dopo il secondo disco. La motivazione è dovuta
principalmente ai conflitti interni fra i componenti e un po’
per colpa dell’ascesa del movimento punk che, come un uragano
equatoriale, ha letteralmente fatto piazza pulita di tutti i musicisti
di “vecchia scuola” riscrivendo le regole del mercato
musicale di quegli anni. A questo proposito dichiara David: “Ho
lasciato il gruppo perché non ero felice, dopo il successo
del primo album sono piovute sulla band delle pressioni enormi e queste
avevano creato una tensione interna insostenibile. Le pressioni dei
discografici ci hanno diviso perché pretendevano che incidessimo
della musica commerciale di merda al solo scopo di fare soldi. Finché
ero io a scrivere i pezzi tutto ha funzionato, poi improvvisamente
hanno incominciato tutti a voler fare i compositori e ogni cosa si
è sfasciata”.
Pampered Menial è uno dei dischi più belli e intensi
del prog americano di sempre e deve un tale riconoscimento alla qualità
e all’originalità della musica proposta. Gli elementi
peculiari dei Pavlov’s Dog si basavano su un mix molto riuscito
di folk, hard rock e progressive e sulla voce androgina e particolarissima
di David che racconta: “Registrammo il disco in modo
molto istintivo, come se suonassimo dal vivo ed in effetti la resa
finale fu molto simile a come suonavamo in concerto. Nel gruppo c’erano
molti musicisti e ognuno cercava di dare il massimo, eravamo una band
davvero molto rumorosa (nda lo dice con orgoglio), così anch’io
cantavo usando la voce come se fosse uno strumento musicale per emergere
sugli altri. Eravamo un gruppo con una forte base folk perché
io sono fondamentalmente un folksinger, ma suonavamo in modo molto
aggressivo, del resto io non ho mai amato molto la musica acustica.
Ma il nostro stile era anche molto progressive per via del fatto che
avevamo molti strumenti insoliti per una rock band come il violino,
i flauti, due tastieristi e poi perché ci piaceva mescolare
sonorità diverse. Però io ho sempre cercato di puntare
sul comporre principalmente ottime canzoni, senza preoccuparmi troppo
del genere musicale con cui sarebbero state etichettate.”.
Surkamp in tutti questi anni non ha mai abbandonato la musica, lo
ritroviamo negli anni ’80 al fianco di Ian Matthews negli Hi-Fi
e ancora con Michael Quatro, ma ha comunque portato avanti una carriera
solista. E' stata una vera sorpresa ritrovare David in tour nel nostro
paese un paio di anni fa, con tanto di apparizioni televisive nei
programmi di quel volpone di Red Ronnie (nda grazie mille Red!). Ad
accompagnare David c'erano gli Ossi Duri, una giovane formazione italiana
tributo di Frank Zappa. Ma il passaggio di Surkamp ha fruttato anche
una inaspettata collaborazione con la seducente Andrea Mirò
(nda la compagna di Enrico Ruggeri), con la quale ha duettato nel
un brano "The Fairest of the seasons" di Jackson Browne
sul disco “Lucidamente”. Sempre in Italia David ha registrato
il suo disco solista "Roaring With Light". “In
tutti questi anni ho composto moltissimi pezzi e intendo farli uscire,
magari solo su internet o attraverso la distribuzione indipendente.
Le grandi case discografiche sono gestite da dei grossi ladri e sono
veramente felice della crisi che stanno attraversando, se la sono
proprio meritata. La mia lunga lontananza dal mercato discografico
è dovuta proprio alla falsità e alla disonestà
delle compagnie, dei managers e degli agenti. Io ho sempre continuato
a suonare, ma preferisco regalare la mia musica ai miei fans piuttosto
di darla in pasto a quei furfanti truffatori dei discografici”.
A questo punto la domanda che sorge spontanea è se sarà
possibile rivedere ancora insieme la formazione originale dei Pavlov’s
Dog? “A me piacerebbe davvero molto, sarebbe realmente
fantastico e se la cosa si dovesse concretizzare io ci sarò
di sicuro. Del resto siamo ancora tutti in contatto, mi vedo di frequente
con Mike Safron, parlo spesso anche con Steve Scorfina e con Douglas
Rayburn. Siamo ancora molto amici e viviamo tutti nelle vicinanze
di St Louis per cui non è difficile poter fare nuovi progetti
insieme.” GB
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Dreamer
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