I Polar For The Masses sono un agguerrito trio italiano al debutto discografico. Il loro sound è un interessante figlio del proprio tempo, nel senso che riunisce in se varie influenze che vanno dal post rock, all’indie, allo shoegazer, in altre parole un moderno mix di hard rock e psichedelia venato da una ricerca melodica personale, accostabile in alcuni casi ai Placebo, che fa ben sperare per il futuro del gruppo.

Il disco è composto da una decina di brani molto energici, claustrofobici, acidi, che trasudano malessere e le ansie giovanili del nuovo millenio, musica abrasiva e scomoda che riflette e vuole far riflettere su temi di attualità che, senza grandi pretese, investono il vivere quotidiano. In questo senso uno dei brani più esplicativi è il conclusivo “Mud”, con un verso che recita testualmente “nuotare nel fango”. Musicalmente i pezzi sono costruiti bene e funzionano, anche se ovviamente ci sono spazi di miglioramento per quanto riguarda gli arrangiamenti e i suoni, ma si tratta di una produzione indipendente con budget limitato e certe sbavature sono quasi apprezzabili, danno un’aura naif che ricorda certe sonorità garage punk degli anni sessanta, che tanto mi piacciono ancora oggi. Il cd contiene anche un paio di video, il primo è relativo al brano che da il titolo al disco e il secondo è un filmato piuttosto sperimentale, che non vi voglio svelare, giudicherete voi secondo il vostro gusto.

Let Me Be Here è un disco interessante e i P4TM sono una band da seguire con attenzione, difficile fare previsioni, ma la partenza promette bene. GB

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