I Postures sono una giovane band svedese di Gothenburg, giunta al
secondo album. Lo stile ricorda vagamente quello dei Leprous. Un heavy
prog sperimentale venato di psichedelia e contaminato con l’alternative.
Il cantato è affidato a Paulina Nystrom, le chitarre sono in
mano a Benjamin Watts e Viktor Andersson, il basso a David Petersson
e la batteria a Isak Bjorhag, questi ultimi due suonano anche le tastiere
e si occupano degli effetti sonori.
L’inizio è affidato al brano eponimo, una canzone fortemente
caratterizzata da un ritmo sincopato, il nervosismo è palpabile,
tecnicamente il gruppo dimostra di essere molto preparato, anche se
le parti più dinamiche graffiano i sensi, preferisco di gran
lunga gli stacchi riflessivi e pacati, dove la band riesce a raggiungere
un ottimo lirismo. Il brano è comunque molto complesso e offre
diverse situazioni e nel complesso colpisce per inventiva. “Myriad
Man” è ancora più sincopata e tormentata, questa
insistenza non mi ha ben disposto all’ascolto, è qui
che ho sentito maggiormente la vicinanza ai Leprous, però col
brano successivo si cambia registro. “Every Room” parte
lenta, dominata dal cantato evocativo di Paulina, che trovo molto
penetrante. Il brano resta per tutto il tempo sognante e mi ha ricordato
i migliori Landberk e i Mermaid Kiss. La breve “A Million Sequences”
se possibile è ancora più dolce e sensuale e questa
dimensione mi piace molto, ma dopo la delicatezza dei brani precedenti
il ritorno ad atmosfere più ruvide ci sta bene ed ecco quindi
“Wavemaker”, che sfiora gli undici minuti. Molto energica
e aspra, ma mostra anche momenti psichedelici rarefatti e molto suggestivi.
Il finale è bellissimo, gran prova di questa band. “Hexa
Luna” è uno degli episodi dove la psichedelia è
più presente, il gruppo crea dei giri avvolgenti di buona efficacia.
Senza soluzione di continuità si arriva alla conclusiva “In
the Dark”, che è quasi spettrale nella sua lentezza e
nel suo pathos notturno, poi un discreto crescendo porta il brano
su ottimi livelli.
Per adesso i Postures non hanno inventato nulla, però stanno
mostrando dei segnali molto positivi e credo che con un po’
di tenacia potrebbero regalarci grandi emozioni, hanno tutte le potenzialità
per lasciare un segno profondo nel panorama del prog post moderno.
GB
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