I Primal Fear sono sulle scene dal 1997 ed hanno prodotto numerose
realizzazioni, tutte dedite al Metallo più puro ed incontaminato.
Anche in questo nuovo “New Religion” i nostri non deludono
le aspettative, ovviamente di chi vive di Power Metal. I riff, i ritornelli,
la voce, tutto è come da copione e l’energia che fuoriesce
dallo stereo è tanta e positiva.
Si comincia con rabbia in “Sign Of Fear”, dove la voce
di Ralf Scheepers sembra essere al vetriolo. Più orecchiabile
e meglio arrangiata, soprattutto grazie all’uso delle tastiere
di sottofondo, è “Face The Emptiness”. Un brano
da ascoltare veramente ad alto volume, per godere a pieno di tutte
le sfaccettature. A sorpresa troviamo un gradito ospite in “Everytime
It Rains”, la soave voce è quella della cantante degli
Epica, Simone Simons.
La canzone è davvero bella, un pizzico nostalgica, una goccia
d’acqua scura che si frantuma nelle nostre orecchie. Torna il
Metallo fuso con “New Religion”, un proclama all’Heavy
Metal vero e proprio. Ovviamente il potenziale emozionale di tutti
i brani si sorregge sopra dei ritornelli semplici e diretti, da cantare
con i protagonisti. Anche i titoli lasciano ben intendere quello che
si ascolta, o meglio quello che si è anche già ascoltato….
“Fighting The Darkness” non è il massimo della
fantasia, ma si digerisce con piacere, soprattutto per l’ottima
interpretazione vocale di Scheepers. Scorre ancora sangue fra le mani,
la battaglia c’è sempre, inutile nascondersi dietro ad
un dito, il Power Metal non fugge da questa regola e allora ci pensa
“Blood On Your Hands”. Tutto è bello, nei cosiddetti
canoni, ma quello che personalmente mi viene a mancare di più
è il fatidico assolo di chitarra, quello che nella nostra passata
adolescenza ci ha fatto vibrare nell’aria della nostra stanza
una invisibile chitarra.
Non si possono maltrattare canzoni come “The Curse Of Sharon”
o la ritmata “Too Much Time”, ma manca la zampata del
leone. Rasoiate in “Psycho”, un mid tempo malefico, “World
On Fire” è un qualsiasi brano Power metal, ma “The
Man” è un ottimo sigillo per un lavoro che non palesa
gravi pecche, se non quelle di aleggiare stancamente sopra certi stilemi
troppo sfruttati. Buona la produzione, bravi tutti, però…..
MS
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