Rock Impressions

Primal Fear - New Religion PRIMAL FEAR - New Religion
Frontiers
Distribuzione italiana: Frontiers
Genere: Heavy Metal
Support: CD - 2007

I Primal Fear sono sulle scene dal 1997 ed hanno prodotto numerose realizzazioni, tutte dedite al Metallo più puro ed incontaminato. Anche in questo nuovo “New Religion” i nostri non deludono le aspettative, ovviamente di chi vive di Power Metal. I riff, i ritornelli, la voce, tutto è come da copione e l’energia che fuoriesce dallo stereo è tanta e positiva.

Si comincia con rabbia in “Sign Of Fear”, dove la voce di Ralf Scheepers sembra essere al vetriolo. Più orecchiabile e meglio arrangiata, soprattutto grazie all’uso delle tastiere di sottofondo, è “Face The Emptiness”. Un brano da ascoltare veramente ad alto volume, per godere a pieno di tutte le sfaccettature. A sorpresa troviamo un gradito ospite in “Everytime It Rains”, la soave voce è quella della cantante degli Epica, Simone Simons.
La canzone è davvero bella, un pizzico nostalgica, una goccia d’acqua scura che si frantuma nelle nostre orecchie. Torna il Metallo fuso con “New Religion”, un proclama all’Heavy Metal vero e proprio. Ovviamente il potenziale emozionale di tutti i brani si sorregge sopra dei ritornelli semplici e diretti, da cantare con i protagonisti. Anche i titoli lasciano ben intendere quello che si ascolta, o meglio quello che si è anche già ascoltato….
“Fighting The Darkness” non è il massimo della fantasia, ma si digerisce con piacere, soprattutto per l’ottima interpretazione vocale di Scheepers. Scorre ancora sangue fra le mani, la battaglia c’è sempre, inutile nascondersi dietro ad un dito, il Power Metal non fugge da questa regola e allora ci pensa “Blood On Your Hands”. Tutto è bello, nei cosiddetti canoni, ma quello che personalmente mi viene a mancare di più è il fatidico assolo di chitarra, quello che nella nostra passata adolescenza ci ha fatto vibrare nell’aria della nostra stanza una invisibile chitarra.

Non si possono maltrattare canzoni come “The Curse Of Sharon” o la ritmata “Too Much Time”, ma manca la zampata del leone. Rasoiate in “Psycho”, un mid tempo malefico, “World On Fire” è un qualsiasi brano Power metal, ma “The Man” è un ottimo sigillo per un lavoro che non palesa gravi pecche, se non quelle di aleggiare stancamente sopra certi stilemi troppo sfruttati. Buona la produzione, bravi tutti, però….. MS

Altre recensioni: Live in the USA


Indietro alla sezione P

 

Ricerca personalizzata

| Home | Articoli | Interviste | Recensioni | News | Links | Chi siamo | Rock Not Roll | Live | FTC | MySpace | Born Again |