Terzo lavoro in studio per la band padernese nata nel 2004, a cinque
anni dall’ottimo “Eta Carinae”. Stefano De Marchi,
chitarrista e leader della formazione, negli anni ha strutturato il
dna del gruppo rafforzandolo con l’esperienza di chi si getta
anima e corpo nel proprio lavoro. Non soltanto passione dunque ma
subentra anche la professionalità, e questo lo si evince nell’
escalation dei tre dischi in studio. Con lui sempre Elisabetta Giglioli
alla voce in più Elisa Costanzo (voce), Betty Accorsi (sax),
Claudio Bellamacina (chitarra), Dario Merati (basso) e Matteo Severini
(batteria e percussioni). Il disco si presenta accompagnato dai colorati
dipinti di Gianfranco Caruso che ben si sposano alla musica di “Metropoli”.
Nove canzoni di media e lunga durata, movimenti strutturali spesso
ricercati con interventi Jazz, grazie soprattutto al lavoro del sax.
Questo già lo si può captare sin dall’iniziale
“Clochard”. Bellissimo il solo di chitarra elettrica imponente
e granitico, un grido che sembra tirare fuori l’anima rabbiosa
del clochard in questione, ma ancora di più apprezzo l’arpeggio
in stile Genesis primo periodo. La voce di Giglioli è malleabile,
di personalità, espressiva e controllata, buono strumento per
il testo. Un brano Prog a tutti gli effetti, che dimostra sin da subito
una crescita dei Psicosuono notevole. Gioco a due voci per “Walzer”,
canzone dal refrain giocoso e da cantare assieme a loro, facile da
stampare nella mente, tuttavia non esulano importanti assolo strumentali
che rendono l’ascolto ancora una volta fresco e variegato. Questa
è una carta vincente che non vale solo per i Psicosuono, ma
è nelle mani di chi ha capito come far godere di musica l’ascoltatore.
La title track è spinta dal sax e dai solo di chitarra per
giungere poi all’ascolto del brano più lungo dell’album
dal titolo “Alter-Azione”. Qui staziona il sound Psicosuono,
anche quello degli anni passati, un break iniziale dal sapore Folk,
girotondo iniziale che sfocia nel buon Rock ricercato. In questo termine
va compreso davvero molto materiale, diciamo ci si può trovare
all’interno tutta la cultura dei musicisti in esame, facendo
propendere per un prodotto di forte personalità. Parla da se
l’assolo finale in crescendo.
Si ritorna verso le sfumature Jazz con “Passo Dopo Passo”,
quasi da big band. Qualcuno potrebbe trovare in esso frammenti di
Matt Bianco. Il Jazz ed il Blues sono alla base della musica moderna
ed i giovani Psicosuono conoscono la storia. Provate durante l’ascolto
a tenere fermi i piedi o le mani, vi troverete inesorabilmente a sostenere
il ritmo in maniera inconsapevole ed incontrollata.
“La Notte Del Vostro Domani” vira nuovamente, la musica
dei Psicosuono non sta ferma un attimo, si sposta, ritorna, ammalia
e colpisce. Il basso apre l’ultimo brano dal titolo “Blues
Ubriaco” e l’andamento in effetti è proprio così
caracollante. Ma il disco non finisce effettivamente qui, perché
al suo interno si può godere anche di due bonus track, “Clochard”
nella versione inglese e appunto “Drunk Blues”.
Quello che non capisco è perché i Psicosuono ancora
non hanno l’attenzione di una label importante alle spalle,
perché sono davvero fuori della media dei prodotti di oggi.
Se poi ci aggiungo che sono giovani ed italiani, lo stupore in me
è ancora maggiore. Probabilmente la musica non è davvero
per tutti, specie oggi, ma credetemi se vi dico che “Metropoli”
è una piccola gemma. Musica a 360 gradi. MS
Altre recensioni: Aut Aut; Eta
Carinae
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