Nella
seconda metà degli anni ottanta, esaurita l'iconoclastia punk
e decaduti gli steririli esperimenti elettro pop, stava finalmente
rifiorendo l'hard rock, anche se nessuno voleva ammetterlo.
Fra i primi e più interessanti gruppi ci furono i Nomads, i
Plan 9 e i Raging Slab, senza dimenticare Green On Red, Zodiac Mindwarp,
Hoodoo Gurus, ovviamente Cult e pochi altri.
Ritrovare dopo quindici anni questi ragazzotti sguaiati, che giocano
ancora a fare l'hard rock per me è una sorpresa e anche un
piacere. L'attitudine è quella giusta: pochi riffs granitici
ad opera della grintosa Elyse Steinman, che predilige la slide per
straziarci i timpani; la voce roca di Greg Strjempka, distrutta dai
vizi, brani spontanei e diretti e il gioco è fatto. L'immagine
e il sound sono quelli di un gruppo southern fra Lynyrd Skynyrd (vi
dice niente il titolo Pronouced Leh-nerd Skin-erd?), ZZ Top e Black
Oak Arkansas, decisamente ruvidi e blues oriented e molto poco easy
listening.
Certo che le tracce contenute in questo CD hanno un terribile sapore
nostalgico, sembra davvero musica uscita dai seventies, con i suoi
arrangiamenti scarni ed essenziali. Tredici composizioni molto simili
fra loro per gridare che il rock 'n' roll non è morto. Si parte
da una cover di Todd Rundgreen, "Little Red Light", una
canzone acida che ci cala in una spirale discendente ed è solo
l'inizio. "Boogaloser" è particolarmente esplicita,
hard boogie nervoso, sputato in faccia all'ascoltatore con veemenza!
"Ruby" attacca con un classico giro di batteria su cui si
innesta la chitarra e, a seguire, il basso, con un riff che sembra
rubato dal songbook dei Led Zeppelin.
I titoli scorrono, ma il messaggio non cambia, un disco maledettamente
piacevole! GB
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