Ricordo
che avevo trattato un po’ male il precedente disco omonimo uscito
su Musea nel 2003 di questa formazione venezuelana, che ora risiede
a Barcellona, pur riconoscendone le doti, ma come mi capita in questi
casi mi piace ascoltare nuovamente un gruppo per capire come si sono
evolute le cose. Devo dire subito che la band che avevo in mente era
ben diversa da quella che sto ascoltando ora. C’è stata
una notevole crescita artistica che emerge con forza in questo secondo
capitolo della loro discografia.
La band si è formata nei primi anni ’80 sotto il nome
di Radio Clips con quattro album all’attivo, poi dopo alcuni
assestamenti ecco il ritorno nel nuovo millenio col nome attuale.
Come nel disco di debutto ci troviamo di fronte ad un prog che paga
un grosso tributo ai classici, ma che al tempo stesso vuole avere
un piede nella modernità. Dove il debutto era acerbo, questo
Future Awaits suona molto più maturo e convincente. Gli RC2
nel loro sound giocano a mischiare le influenze più diverse,
dalla fusion, al folk locale, alla musica sinfonica, al prog rock
più classico e tutto suona convincente, grazie anche ad una
caratura tecnica non indifferente. Ecco allora uscire gli otto titoli
che compongono questo nuovo album, come magiche illusioni dal cappello
di un abile prestigiatore. Prog fresco e pulsante di vita, che aggiunge
tutto il calore mediterraneo ad una formula musicale nata in paesi
dove di sole se ne vede piuttosto poco. Perdersi nella descrizione
minuziosa dei brani sarebbe come perdersi in un labirinto di emozioni,
un gioco stilistico un po’ pedante che toglierebbe il gusto
della scoperta. Future Awaits merita un ascolto abbastanza libero.
L’unica “pecca”, se così si può dire,
è il cantato in spagnolo che non piace a tutti.
Gli RC2 corrono il rischio di venire trascurati un po’ per la
loro provenienza, un po’ perché questo non mi sembra
un periodo splendido per il prog, ma questo è un genere che
trova e troverà sempre un suo pubblico e questa band potrebbe
regalare loro ben più di un’emozione. GB
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