I
Red Circuit sono una superband tedesca composta dal cantante Chity
Somapala (ex Firewind, ex Avalon) e dall’ex tastierista dei
Sheela, Markus Teske. Il duo si avvale della collaborazione di musicisti
come Patrick Rondat (Elegy- Jean Michel Jarre), Stephan Lill (Vanden
Plas) e Stephan Forte (Adagio). Markus Teske, forse non sarà
sfuggito ad alcuni di voi, è anche il produttore di Vanden
Plas, Symphony X, Neal Morse e Jan Parry’s Consortium Proyect.
Dai nomi avrete intuito il genere intrapreso, ebbene si, è
un Melodic Progressive Metal dalle atmosfere emozionanti, almeno così
è scritto nella bio che accompagna il prodotto.
In realtà di Progressive ne incontriamo davvero poco, a parte
qualche suono elettronico sintetizzato a violini, sitar o quant’altro.
Fra i brani si aggira molto AOR, Hard Rock ed elettronica, ma poco
che richiami veramente il cosiddetto Rock intellettuale. Il primo
brano “Under The Sun” è gia testimonianza di una
produzione davvero eccellente con lievi interventi alla Avalon, ma
se si vuole avere una scossa adrenalinica bisogna arrivare verso la
fine del brano “Is It Gold?”, con un bel assolo di chitarra.
Il ritmo rallenta con “The Veil”, nulla di trascendentale
ma più che orecchiabile. Il disco procede senza grandi sobbalzi
emozionali, pur rimanendo in una fastosità sonora davvero impressionante.
Ci sono attimi più metallici e sanguigni in “So Hard
To Be Like God”, ma troppo poco per alzare i fasti di un disco
che sembra carente in songwriting. Ci sono da salvare anche qualche
passaggio in “You Might Have Been Queen” ed in “The
Screen”, nulla di più.
In realtà le possibilità di fare bene ci sono davvero
tutte, serve solamente riordinare meglio le idee e forse dedicare
più tempo al concepimento dei brani. Comunque bravo Somapala
nell’interpretazione, credo che le prossime volte ne ascolteremo
delle belle, per ora (mi dispiace) rimandati. MS
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